2012-08-02 15:36:26

50 anni fa moriva mons. Giovanni Battista Pinardi. Mons. Nosiglia: un pastore mite e fermo


Cinquant’anni fa moriva il servo di Dio Giovanni Battista Pinardi, chiamato affettuosamente dalla sua gente “il curato di San Secondo”. La diocesi di Torino lo ha voluto ricordare con una Santa Messa e un incontro nel paese natale, Castagnole Piemonte, ai quali, tra gli altri, ha partecipato l’arcivescovo della città, mons. Cesare Nosiglia. Il servizio di Giorgia Innocenti:RealAudioMP3

Figlio degli agricoltori Sebastiano e Margherita, Giovanni Battista Pinardi trascorre la sua infanzia a Castagnole Piemonte, condividendo con i genitori e i fratelli le difficili condizioni della realtà contadina di quegli anni. Queste caratteristiche ben si ritrovano durante il suo apostolato, secondo l’arcivescovo di Torino, mons. Nosiglia:

“Io vedo in questo vescovo proprio questi due atteggiamenti: l’atteggiamento mite e - come dice il Vangelo - povero di spirito, non orgoglioso, non superbo, ma anche molto fermo ed autorevole quando entrano in gioco problemi che riguardano la giustizia, la solidarietà verso i poveri, la verità, cosciente che il Vangelo di Gesù Cristo non è contro nessuno, ma è per tutti e va oltre quelle dimensioni - alle volte - di compromesso che purtroppo si tende a seguire, quando invece bisognerebbe essere molto chiari e molto fermi nella presa di posizione quando c’è di mezzo la difesa dell’uomo, della dignità e della giustizia delle persone”.

A soli 15 anni sente la vocazione al sacerdozio. Si laurea, quindi, a pieni voti in Teologia alla facoltà di Torino e l’anno seguente viene ordinato sacerdote dal cardinale Agostino Richelmi. Il 15 dicembre 1916 accetta la nomina di vescovo ausiliare titolare. Secondo mons. Nosiglia ha ben incarnato la figura del buon pastore:

“Un vescovo che è sempre stato fautore di unità e di comunione: ma un’unità e una comunione che salvaguardasse la verità e che salvaguardasse i principi fondamentali del Vangelo, espressa con molta mitezza ed umiltà, ma - ripeto - con grande determinazione, senza paura, senza timore: aveva il coraggio di opporsi ai lupi, se vogliamo parlare sempre delle immagini evangeliche, che tentano di sbranare il gregge e di disperderlo ed opponendo quella resistenza, responsabilità ed impegno di difesa che è poi servizio alla Verità, che è poi servizio all’amore vero che deve sempre prevalere su qualsiasi altro aspetto della vita in un pastore: amare le sue pecore ed amarle fino a donare se stesso”.

Giovanni Battista Pinardi muore dopo 50 anni di generoso ministero parrocchiale a San Secondo, il 2 agosto 1962. Nel 1999, sotto il patrocinio del cardinale Giovanni Saldarini si è apre il processo sulla sua fama di santità e sulle virtù eroiche per la canonizzazione. Mons. Nosiglia:

“Lui questa parrocchia di San Secondo, che è una delle parrocchie vicine alla stazione Porta Nuova, si è posto il problema di dare anzitutto a queste persone un’accoglienza, un’accoglienza di prossimità e quindi non solo buone parole. Ha messo in pratica l’espressione di San Giacomo che dice che se vedi un fratello che ha freddo, tu hai un mantello, non è che gli puoi dire semplicemente 'pregherò per te', ma gli devi dare un po’ del tuo mantello. Pensiamo oggi, per esempio, nelle nostre città quante mense per i poveri, per gli extracomunitari ci sono: lui, già allora, aveva attivato queste mense, che davano da mangiare in modo concreto alle persone e lui stesso serviva a tavola, con grande amore”.







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