Pregare è essenziale alla nostra vita: così il Papa all’udienza generale
Benedetto XVI ha ripreso ieri le udienze generali, sospese nel mese di luglio. Il
Papa si è rivolto ai fedeli nella piazza antistante al Palazzo Apostolico di Castel
Gandolfo, in un clima particolarmente festoso. Nella memoria di Sant’Alfonso Maria
de’ Liguori, il Pontefice si è soffermato sulla preghiera nel Santo fondatore dei
Redentoristi. In ogni situazione della vita, ha detto, “non si può fare a meno di
pregare”. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Lo spazio è
decisamente più raccolto, ma l’entusiasmo e l’affetto non sono certo da meno. Piazza
della Libertà a Castel Gandolfo come Piazza San Pietro in Vaticano. Anche qui, nella
cittadina laziale, Benedetto XVI incontra i pellegrini provenienti da tutto il mondo
e prosegue il ciclo di catechesi sulla preghiera. Il Papa prende spunto dalla memoria
di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, figure della Chiesa tra le più popolari del XVIII
secolo e non solo. Il Papa ricorda in particolare una famosa massima del fondatore
dei Redentoristi: “Chi prega si salva, chi non prega si danna”:
“Dicendo
quindi che la preghiera è un mezzo necessario, Sant’Alfonso voleva far comprendere
che in ogni situazione della vita non si può fare a meno di pregare, specie nel momento
della prova e nella difficoltà. Sempre dobbiamo bussare con fiducia alla porta del
Signore, sapendo che in tutto Egli si prende cura dei suoi figli”.
E ancora,
afferma, il Santo partenopeo esorta a chiederci quale sia davvero la questione centrale
della nostra vita:
“Più che di ogni altra cosa abbiamo bisogno della sua
presenza liberatrice che rende davvero pienamente umano, e perciò ricolmo di gioia,
il nostro esistere”.
Solo attraverso la preghiera, ribadisce dunque il
Papa, possiamo accogliere il Signore, la sua Grazia che ci fa discernere il vero bene.
Ancora, rammenta che ogni cristiano sa di essere sempre esposto alla “tentazione e
non manca di chiedere aiuto a Dio nella preghiera per vincerla”:
“Anche
noi consapevoli della nostra debolezza, dobbiamo chiedere l’aiuto di Dio con umiltà,
confidando solo sulla ricchezza della sua misericordia”.
Non manca poi
di ricordare che in un periodo di rigorismo, Sant’Alfonso “raccomandava ai confessori
di amministrare” il Sacramento della Penitenza “manifestando l’abbraccio gioioso di
Dio Padre che nella sua misericordia infinita non si stanca di accogliere ogni figlio
pentito”. Sulla scia di Sant’Agostino, soggiunge, Sant’Alfonso invita ogni cristiano
a “non aver timore di procurarsi da Dio, con le preghiere, quella forza che non ha,
e che gli è necessaria per fare il bene, nella certezza che il Signore non nega il
suo aiuto a chi lo prega con umiltà”:
“Cari amici, Sant’Alfonso ci ricorda
che il rapporto con Dio è essenziale nella nostra vita: senza rapporto con Dio manca
la relazione fondamentale e la relazione con Dio si realizza nel parlare con Dio nella
preghiera personale quotidiana e con la partecipazione ai Sacramenti, e così questa
relazione può crescere in noi, può crescere in noi la presenza divina che indirizza
il nostro cammino, lo illumina e lo rende sicuro e sereno, anche in mezzo a difficoltà
e pericoli”.
Al momento dei saluti ai pellegrini, il Papa ha rivolto un
pensiero particolare ai giovani fedeli provenienti dalle zone dell’Emilia Romagna
e della Lombardia colpite dal recente terremoto.