Perù: il cardinale Cipriani chiede istruzione per tutti i giovani del Paese
Il fermo proposito della Chiesa del Perú di collaborare al processo educativo dei
giovani a tutti i livelli, sia nelle scuole pubbliche che in quelle private, delle
elementari fino agli istituti di grado superiore, è stata ribadita dal cardinale Juan
Luis Cipriani Thorne, arcivescovo di Lima, nel corso dell’omelia per la solenne messa
celebrata, domenica scorsa, nella cattedrale della capitale in occasione del 191.mo
anniversario d’indipendenza del Paese sudamericano. Nella chiesa gremita di fedeli
per la solenne celebrazione, alla quale ha fatto seguito il canto del Te Deum, il
porporato ha sottolineato che «è molto importante riuscire a facilitare l’accesso
all’istruzione anche alle persone più povere e più umili». Nel corso dell’omelia -
riferisce L'Osservatore Romano - l’arcivescovo di Lima ha voluto precisare che «la
Chiesa cattolica in Perú è molto rispettosa delle leggi in vigore nel Paese e dei
trattati internazionali che condizionano la politica del suo Governo». In coerenza
a questa impostazione «anche nella proposta educativa che la Chiesa ha sempre offerto
alla popolazione del Paese non c’è mai stato il seme dell’intolleranza e neppure la
pretesa d’imporre un pensiero unico». Per il porporato «l’educazione dei giovani è
una responsabilità assai importante per i loro genitori e che ha una diretta influenza
sul fututo degli studenti stessi ma anche su quello dell’intera nazione e, per questo,
la responsabilità educativa nelle mani di chi avanza violente e superate proposte
ideologiche. Non continuate a farvi ingannare — ha aggiunto l’arcivescovo di Lima
rivolto ai fedeli — da chi vi ha fatto delle false promesse che noi tutti abbiamo
visto fallire». In un’altra parte della sua lunga omelia, l’arcivescovo Cipriani Thorne
ha messo in evidenza che «una corretta relazione tra la libertà e la legge è di vitale
importanza per il funzionamento delle istituzioni nazionali e questa relazione deve
essere intesa per garantire il benessere di tutti i cittadini, senza alcuna eccezione».
Inoltre, il porporato ha ribadito «la grande importanza che deve essere attribuita
al rispetto delle leggi; un rispetto — ha aggiunto — che è il metodo più efficace
per prevenire il libertinismo che non solo impedisce l’esercizio delle reali libertà
protette da un efficacie quadro giuridico, ma danneggia anche l’ordine pubblico».
Per l’arcivescovo di Lima «la cultura della tolleranza e del dialogo sarà utile ed
efficace se in loro splende la verità» e per impedire che il dialogo «possa essere
scambiato per un atteggiamento timoroso bisogna che la legge venga sempre applicata
con fermezza». Nell’ultima parte dell’omelia, l’arcivescovo Cipriani Thorne ha sottolineato
che la Chiesa cattolica non è un partito politico, un’ideologia sociale o una organizzazione
internazionale per l’armonia sociale e il progresso materiale. «La Chiesa — ha affermato
— insegna a tutti i peruviani ad amare la propria patria e a proteggere la sua unità.
Certamente è ora il tempo di considerare il Perú come la patria di tutti noi uniti
in un’unica famiglia che comprenda la società civile, le Forze armate, i ceti urbani,
le popolazioni rurali, i gruppi nativi. Ora è il tempo di unirci sotto un’unica bandiera,
un medesimo inno e una Costituzione comune senza reclamare parti di potere subalterno.
Questo è il momento di smascherare le intenzioni di quanti ancora insistono nel volere
prendere il controllo del potere con la forza». (R.P.)