Mali: Amnesty denuncia "sparizioni, uccisioni e torture"
Decine di sparizioni, uccisioni extragiudiziali e torture commesse dalla giunta militare
nei confronti di soldati e poliziotti fedeli all’ex presidente Toure’, coinvolti nel
tentativo di contro-colpo di stato del 30 aprile, sono state denunciate da Amnesty
International in un rapporto sul Mali diffuso ieri e ripreso dall'agenzia Sir. Nei
giorni successivi al fallito tentativo di rovesciare la giunta militare del capitano
Sanogo, numerosi soldati sono stati arrestati e portati alla base militare di Kati,
a nord della capitale Bamako, quartier generale della giunta. Almeno 21 detenuti sono
stati prelevati nottetempo dalle loro celle e di loro non si è più saputo nulla. Gli
altri sono stati sottoposti a torture e abusi sessuali per oltre 40 giorni. “Le autorità
del Mali hanno il dovere di indagare su tutti i casi che abbiamo documentato. I responsabili
delle brutali vendette devono essere chiamati a rispondere delle loro azioni”, ha
dichiarato Gaetan Mootoo, ricercatore sull’Africa occidentale di Amnesty. L’organizzazione
è anche preoccupata per la sorte di un gruppo di soldati rapiti dai militari fedeli
alla giunta il 1° maggio, mentre erano ricoverati nell’ospedale Gabriel Toure’ di
Bamako. Amnesty ricorda che le autorità “hanno l’obbligo di rendere noto dove si trovino
tutti i poliziotti e i soldati scomparsi all’inizio di maggio”. Sul piano umanitario
l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Antonio Guterres è in visita
nel Burkina Faso per osservare di persona la situazione umanitaria sempre più critica
degli oltre 100mila rifugiati maliani e il suo impatto sui paesi vicini. Dall'inizio
del conflitto lo scorso gennaio oltre 250mila maliani sono fuggiti nei vicini Burkina
Faso, Mauritania e Niger, mentre si calcola che altri 167mila siano sfollati all'interno
del Paese. Considerando la crisi a livello regionale, sarebbero 10 milioni secondo
le stime le persone che hanno bisogno di assistenza d'emergenza a causa delle precipitazioni
irregolari, mancati raccolti, alti prezzi dei generi alimentari oltre che del conflitto.
(R.P.)