Rapporto Usa sulla libertà religiosa: discriminazioni contro le minoranze esacerbate
in Medio Oriente
Nel 2011, i passaggi di potere in Medio Oriente hanno esacerbato le discriminazioni
contro le minoranze religiose, mentre altrove aumentavano gli episodi di violenza
commessi da gruppi estremisti. Non nota quindi miglioramenti l’ultimo rapporto sulla
libertà religiosa pubblicato ieri dal dipartimento di Stato americano. Il servizio
di Elena Molinari:
In Nord’Africa,
in particolar modo in Egitto e Libia, gli scontri che hanno fatto seguito alla caduta
dei regimi lo scorso anno hanno portato a un’esplosione di violenza nei confronti
dei cristiani e a un esodo di copti nel caso dell’Egitto. Stando al documento annuale
del governo Usa, i cristiani continuano ad abbandonare in massa anche l’Iraq, dove
i non musulmani vivono nel timore di persecuzioni. Anche in Nigeria gli attacchi di
gruppi estremisti hanno seminato morte e terrore fra i cristiani senza che il governo
intraprendesse azioni per punire i responsabili. Mentre l’Indonesia ha fatto ampio
uso delle leggi contro la blasfemia per incarcerare cristiani. In altre parti del
mondo, come a Burma e in Russia, sono invece i musulmani nel mirino di leggi che limitano
la liberta’ religiosa delle minoranze. Il documento del governo Usa ricorda inoltre
i Paesi dove l’assenza di liberta’ di religione e’ cronica, come Cina, Corea del Nord,
Iran, Arabia saudita ed Eritrea. A questi si affiancano nuovi nemici della religione,
come il Venezuela, che lo scorso ha lanciato una campagna antisemitica. In Europa,
il rapporto identifica l’Ukraina e l’Ungaria come maglie nere della liberta’ religiosa
per la scarsa persecuzione di episodi apertamente antisemiti.