2012-07-30 19:27:47

Germania e Usa promuovono gli sforzi anti crisi dell’Ue. Bene le borse


Borse positive e fiduciose in apertura di una settimana densa di appuntamenti determinanti per il futuro dell’eurozona e della moneta unica. A infondere coraggio innanzitutto il via libera di Berlino ai possibili nuovi acquisti di bond dell'Eurotower, ma anche il sostegno della Casa Bianca agli sforzi anti crisi dell’Ue e il successo in Italia per l'asta dei titoli di Stato, mentre la doccia fredda è arrivata nel pomeriggio con Standard&Poor's che ha tagliato le stime di crescita dell'Eurozona. Il servizio di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

Le riforme e i passi avanti per rendere l’eurozona più solida sono stati fatti, lo dimostrano Irlanda, Portogallo Spagna e Italia. Gli Stati Uniti danno fiducia agli sforzi dell'Eurozona e rilanciano, d’intesa con la Germania, la necessità di coordinamento internazionale per raggiungere la sostenibilita' delle finanze pubbliche, ridurre gli squilibri macroeconomici e ripristinare la crescita. Questo nell’incontro informale di oggi tra il ministro delle Finanze tedesco Schaeuble e il segretario del Tesoro Usa Geithner volato poi a Francoforte per vedere il capo della Bce, Mario Draghi. Parole che lasciano trapelare una Washington sempre piu' vigile sugli sviluppi della crisi europea, ma che potrebbero essere servite anche ad ammorbidire i falchi tedeschi contrari ad un intervento straordinario anti-spread della Bce, a cui oggi, il vice portavoce della cancelliera Merkel, ha dato invece il via libera, facendo volare le borse europee, Milano e Madrid le migliori. Ma la settimana è ancora lunga e densa di appuntamenti in primis quelli del premier Monti a Parigi Madrid, e soprattutto a Helsinki, con l’intento di difendere l’interventismo della Bce e rafforzare la moneta unica tenendo stretta la Grecia .E c’è attesa anche per il board della Bce giovedì quando si terrà anche l'asta per i Bonos in Spagna, paese iberico che oggi ha registrato l’aumento della recessione dell’1% nel secondo trimestre 2012.

Del salvataggio dell’Euro e di Atene, Salvatore Sabatino ha parlato con Mario Deaglio, docente di Economia Internazionale presso l’Università di Torino:RealAudioMP3

R. - Secondo me, è quasi impossibile che non si salvino. Bisogna mettercela tutta per mandare a fondo una moneta come l’euro. Le monete non scompaiono come le fate o i maghi delle favole; le monete hanno una loro struttura tecnica, per cui solo questo basta a dire che per l’Euro sono possibili dei ribassi anche sensibili legati al mercato, ma dire che semplicemente l’Euro si dissolverà, richiederebbe un processo lungo almeno qualche anno.

D. - Si rinsalda intanto l’alleanza tra Italia, Germania e Francia. È un accordo solo di convenienza, secondo lei, o da questo potranno nascere le basi della tanto auspicata unione politica e monetaria europea?

R. - Penso che sia largamente un accordo di convenienza, però non una convenienza miope per tener su le quotazioni per due o tre giorni, o due o tre settimane; ma invece una convenienza di lungo periodo, perché le cose dell’Europa vadano un po’ meglio. E credo anche che sulla cessione di sovranità, le parti poi si invertiranno: cioè, a frenare saranno i francesi che sono molto più nazionalisti, mentre i tedeschi tutto sommato - e naturalmente gli italiani - sono abbastanza propensi a cedere qualche cosa a Bruxelles e alla Banca centrale europea.

D. - La Grecia, da parte sua propone un ulteriore pacchetto di tagli. Dunque la politica del rigore continua nonostante aumenti il malcontento della popolazione. Fino a che punto si potrà arrivare e si potrà tagliare?

R. - Fino al momento in cui ci accorgeremo che tagliare non serve a niente. Tagliando le spese, si inietta nell’economia una spinta depressiva, che poi taglia anche le entrate. E sono tre ormai i salvataggi, fatti in questa maniera assurda. Quindi bisogna “regalare qualcosa ai greci” in termini di possibilità di spendere, di investire, per potere poi successivamente richiederglielo indietro quando si saranno risanati. Invece così, è una sorta di “tragedia greca”.

D. - Però l’Europa, che è finita nell’occhio del ciclone della crisi, ha agito in una certa direzione - quella dell’austerity - in varie situazioni. Di quali riforme ha invece effettivamente bisogno per uscire dalla crisi?

R. - L’Europa è su un piano inclinato: o scende, o sale. Le riforme per salire sono quelle che dicevamo prima, cioè sostanzialmente, una cessione di sovranità che faccia in modo che una banca sovrana possa poi prestare ai governi, cosa che adesso le è vietato, se non in condizioni di emergenza; altra riforma dovrebbe, poi, prevedere il trasferimento a Bruxelles di una parte delle entrate fiscali, a fronte del carico su Bruxelles, di una parte delle spese pubbliche. Si tratta di vedere con quali servizi partire, ma dovremmo avere tre livelli di governo: uno europeo, con alcune competenze -per esempio la difesa-, uno nazionale, e uno locale e regionale.

D. - Intanto è arrivato in Europa il Segretario al tesoro americano, Timothy Geithner. Qual è il messaggio che porta?

R. - Gli americani hanno un disperato bisogno che nessuna crisi turbi il loro orizzonte fino ai primi di novembre, quando sceglieranno il nuovo presidente. Dopo, credo, ci sarà un problema americano molto più che un problema europeo, ma fino ad allora, cercherà di acquietare tutti.








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