Una grave emergenza abitativa sta creando tensioni e disordini nella cittadina argentina
di Reconquista. Circa cinquecento famiglie hanno occupato nei giorni scorsi terreni
pubblici e privati generando problemi di ordine pubblico. In questo difficile contesto
la commissione giustizia e pace, la Caritas e la pastorale aborigena di Reconquista,
preoccupati per ciò che sta accadendo, ed esprimendo la vicinanza ai senzatetto, hanno
sottolineato che «Dio ha destinato la terra e tutto ciò che essa contiene all’uso
di tutti gli uomini e i popoli. Di conseguenza - riferisce L'Osservatore Romano -
i beni creati devono giungere a tutti in modo equo sotto l’egida della giustizia e
in compagnia della carità. Quello che sta accadendo nella nostra città mette a nudo
il problema della carenza di alloggi e la disperata ricerca di tante famiglie che
aspirano a un alloggio decente per poter vivere. Questa situazione svela la mancanza
di risposta da parte degli amministratori, per risolvere un problema delicato per
tutti, eppure così noto a tutti i livelli dello Stato (sia provinciale che nazionale),
che dovrebbero destinare risorse e mezzi adeguati per porre rimedio alla situazione.
Pensiamo che sia necessario mettere in atto insieme vie di dialogo e creare uno spazio
di sincera ricerca di soluzioni in modo progressivo e partecipativo, in risposta alle
varie posizioni, ma senza perdere di vista il bene comune. Allo stesso modo, crediamo
che il rispetto per il diritto di ciascuno ci impedisce di giustificare come un mezzo
giusto di richiesta l’usurpazione di terreni, sia pubblici che privati. Ci sarà giustizia
anche in questo campo, solo se verranno garantiti i legittimi diritti di tutti gli
abitanti. La Chiesa, attraverso la Caritas, la commissione giustizia e pace, insieme
ad altre Organizzazioni non governative (ong) ed enti come il servizio giuridico di
solidarietà, è testimone della lotta di molte famiglie, che senza rinunciare alla
loro responsabilità civile, cercano di ottenere un pezzo di terra, un tetto dove poter
vivere e crescere i propri figli con dignità. Con questo stesso spirito continuiamo
a seguire i processi di partecipazione nella gestione, aggiudicazione e appropriazione
per l’accesso e la regolamentazione di terre e abitazioni, cercando di far sì che
queste esperienze ispirino e generino politiche pubbliche di inclusione e di radicamento.
Per un vero cambiamento — hanno concluso — l’impegno deve venire dalle persone e dalle
istituzioni». Intanto, nei giorni scorsi, in occasione della Giornata dell’indipendenza
dell’Argentina, l’arcivescovo di Mendoza, mons. José María Arancibia ha sottolineato
che «una grande nazione non può fondarsi su falsi ideali, né sul beneficio di pochi,
ma deve preoccuparsi di difendere i deboli. Dobbiamo impegnarci a costruire una comunità
tutti insieme, dove tutti possano crescere nella pace e nel benessere». (R.P.)