Riaperto il sito archeologico di Santa Rosa in Vaticano
È stato riaperto da poco al pubblico il sito archeologico di Santa Rosa, un importante
nucleo di edifici sepolcrali che fa parte della più grande necropoli romana sepolta
sotto il Colle vaticano. Angelica Ciccone ha intervistato il dott. Giandomenico
Spínola, archeologo, responsabile del reparto di antichità classiche dei Musei
Vaticani che ha diretto gli scavi a partire dal 2003:
R. - Il sito
archeologico di Santa Rosa è un settore di uno scavo ben più ampio e che riguarda
un tratto della via triumphalis che passava in Vaticano ai cui lati ci sono
alcune tombe; è una parte di una necropoli molto importante perché è conservata in
una maniera eccezionale.
D. - Qual è l’importanza storica e culturale del sito
e quali sono state le scoperte più interessanti in questi anni?
R. – I primi
scavi risalgono addirittura agli anni ’30; poi, altri sono degli anni ’50 e le zone
scavate da noi sono state scavate nel 2003-2004, e ancora l’anno scorso per ricollegare
aree differenti. L’importanza è costituita soprattutto nel fatto che a Roma si conservano
molto bene le tombe monumentali - come il mausoleo di Adriano, Cecilia Metella - e
quindi mausolei sia imperiali ma anche di ricchi privati. Viceversa, la nostra necropoli
sotto l’autoparco e sotto Santa Rosa e sotto la Fontana della Galera e sotto l’Annona,
conservano tracce di sepolture per lo più popolari. Sono tombe di cavalieri. Le sepolture
popolari spesso, nelle fonti, hanno lasciato pochi documenti, quindi noi abbiamo modo
di conoscere le tradizioni sepolcrali e funerarie degli strati della popolazione romana
medio-bassi: schiavi e liberti. Una frana, tra l’altro, ha conservato questi scavi
in maniera eccezionale per cui abbiamo veramente trovati gli oggetti di culto e gli
oggetti relativi agli usi funerari esattamente come furono lasciati duemila anni fa.
D.
– Gli scavi nella necropoli vaticana sono ancora in corso. Quanto crede ci sia ancora
da portare alla luce?
R. – Teoricamente, se noi scavassimo al di sotto di gran
parte delle strutture dell’attuale Stato Città del Vaticano troveremmo qua e là tracce
di questa necropoli che doveva estendersi praticamente su tutto il versante del colle
verso Prati: si tratta quindi di una zona di sepoltura immensa. Solo l’anno scorso
abbiamo fatto uno scavo, non dipeso da lavori edili, e quindi uno scavo secondo le
tecnologie più moderne metodologie stratigrafiche che ci ha permesso di avere dati
molto più sostanziosi sull’area archeologica. Però è altrettando evidente che se noi
intervenissimo in lavori edili di altra natura sarebbe facile imbatterci nuovamente
in questa grande necropoli.
D. – Che tipo di percorso è stato predisposto per
i visitatori che vengono a conoscere la necropoli di Santa Rosa?
R. – Abbiamo
realizzato un percorso su passerelle che permette a chi verrà, di entrare nella necropoli
e visitarla dall’alto, ma entrando quasi nel percorso stesso della necropoli, per
cui la visuale è eccezionalmente vicina e distribuisce anche bene i punti di vista
della visita. Poi lungo il percorso abbiamo messo 11 touchscreen che danno
la possibilità al visitatore di vedere sia le tombe ricostruite sia un 3D che permette
di entrare nelle tombe stesse e di fare una visita virtuale.