2012-07-29 10:17:32

Guerra in Siria: oltre 20mila morti dall'inizio della rivolta. Battaglia ad Aleppo e Damasco


E' ripresa oggi ad Aleppo la controffensiva dell'esercito siriano contro i ribelli. Stamani si contano già quattro morti. Ieri le vittime, in gran parte civili, sono state oltre 160. Si combatte anche a Damasco, Homs e Idlib. L'inviato Onu Kofi Annan ha lanciato un accorato appello ad evitare di spargere altro sangue, ma invano. Fino ad oggi, dall'inizio della rivolta sarebbero più di 20mila le vittime, al 70% civili. Sono intanto liberi e in buone condizioni i due italiani rapiti nei giorni scorsi nel Paese, ma sulla vicenda è giallo. Cecilia Seppia.

Sembrerebbe la battaglia finale, vista la tempesta di fuoco che circonda Aleppo dove le forze governative cercano di abbattere la resistenza dei ribelli. Qui la situazione è drammatica riferiscono alcuni medici impegnati a fronteggiare l’emergenza: sul terreno solo ieri si sono contati oltre 160 morti mentre l’osservatorio siriano per i diritti umani ha aggiornato a 20 mila il bilancio delle vittime dall’inizio della rivolta. Intanto Mosca non si piega, anzi rafforza la sua posizione e fa sapere che non collaborerà con l’Ue per il nuovo round di sanzioni contro Assad e non darà il consenso di ispezionare navi battenti bandiera russa. Il ministro degli Esteri Lavrov punta il dito sui ribelli ribadendo che la controffensiva delle forze governative ad Aleppo come ad Homs era prevedibile. Quindi assicura che il Cremlino non ha nessuna intenzione di dare asilo ad Assad. In serata è stato il presidente francese Hollande a scuotere l’Onu ad intervenire prima possibile. “Un fallimento in questo, ha ammonito, significherà caos e guerra civile”. Intanto sono stati liberati i due tecnici italiani di Ansaldo Energia sequestrati da uomini armati il 17 luglio a Damasco. Tanti i punti interrogativi sul caso, per ora la Farnesina chiede il massimo riserbo.

Decine di migliaia i profughi in fuga dalle violenze. Giancarlo La Vella ne ha parlato con la giornalista italo-siriana, Susan Dabbous, che si trova nella regione:00:01:28:78

R. – Il flusso di profughi dalla città di Aleppo, che, ricordiamo, dista solo 30 km dal confine turco, si è intensificato negli ultimi giorni. Dati recentissimi dell’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati (Umhcr) turco rivelano che in totale sono almeno 42 mila i profughi siriani alloggiati nei campi di raccolta. I campi attualmente sono 7; nei prossimi giorni dovrebbero diventare 10, per accogliere almeno altri 10 mila profughi. La situazione è drammatica ovviamente, perché le persone che fuggono sono in condizioni disperate.

D. – Hai avuto modo di parlare con questa gente?

R. – Oltre a parlare con i profughi, ho avuto l’occasione di parlare con le persone che si trovano letteralmente barricate in casa e che non possono uscire, perché si combatte sotto le loro abitazioni, sotto i balconi e non possono neanche affacciarsi; ci sono giorni in cui non riescono neanche a uscire per fare la spesa… Ricordiamo che, tra l’altro, in questo periodo c’è il Ramadan; quindi dovrebbe essere un periodo di festa in cui, dopo il tramonto, si mangia insieme, si condivide un momento di gioia. Invece questo che si sta vivendo è un momento tristissimo, forse uno dei momenti più tristi per la città di Aleppo. La popolazione civile è sicuramente la più colpita. Purtroppo i due terzi delle persone in fuga sono donne e bambini. Lasciano le case senza portare nulla con sé e il rumore delle bombe oramai è una specie di costante negli ultimi giorni.







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