2012-07-28 19:11:14

Siria: offensiva dell'esercito ad Aleppo, oltre 100 morti. Liberi i due italiani rapiti nel Paese.


“In Siria bisogna intervenire prima possibile per fermare il massacro in atto”. Così il presidente francese Hollande ha sollecitato il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ad intervenire nel Paese. Intanto sul terreno infuria la battaglia ad Aleppo: un centinaio le vittime accertate, ma Mosca difende l’offensiva del regime e accusa l’occidente di sostenere gli insorti. Sono liberi e in buone condizioni invece i due italiani rapiti nei giorni scorsi nel Paese, ma per ora la Farnesina ha chiesto massimo riserbo sulla vicenda. Cecilia Seppia RealAudioMP3
Sembrerebbe la battaglia finale, vista la tempesta di fuoco che circonda Aleppo dove le forze governative cercano di abbattere la resistenza dei ribelli. Qui la situazione è drammatica riferiscono alcuni medici impegnati a fronteggiare l’emergenza: sul terreno solo oggi si contano oltre 100 morti mentre l’osservatorio siriano per i diritti umani ha aggiornato a 20 mila il bilancio delle vittime dall’inizio della rivolta. Intanto Mosca non si piega, anzi rafforza la sua posizione e fa sapere che non collaborerà con l’Ue per il nuovo round di sanzioni contro Assad e non darà il consenso di ispezionare navi battenti bandiera russa. Il ministro degli Esteri Lavrov punta il dito sui ribelli ribadendo che la controffensiva delle forze governative ad Aleppo come ad Homs era prevedibile. Quindi assicura che il Cremlino non ha nessuna intenzione di dare asilo ad Assad. In serata è il presidente francese Hollande a scuotere l’Onu ad intervenire prima possibile. “Un fallimento in questo, ha ammonito, significherà caos e guerra civile”. Intanto sono stati liberati i due tecnici italiani di Ansaldo Energia sequestrati da uomini armati il 17 luglio a Damasco. Tanti i punti interrogativi sul caso, per ora la Farnesina chiede il massimo riserbo.

Decine di migliaia i profughi in fuga dalle violenze. Giancarlo La Vella ne ha parlato con la giornalista italo-siriana, Susan Dabbous, che si trova nella regione:RealAudioMP3

R. – Il flusso di profughi dalla città di Aleppo, che, ricordiamo, dista solo 30 km dal confine turco, si è intensificato negli ultimi giorni. Dati recentissimi dell’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati (Umhcr) turco rivelano che in totale sono almeno 42 mila i profughi siriani alloggiati nei campi di raccolta. I campi attualmente sono 7; nei prossimi giorni dovrebbero diventare 10, per accogliere almeno altri 10 mila profughi. La situazione è drammatica ovviamente, perché le persone che fuggono sono in condizioni disperate.

D. – Hai avuto modo di parlare con questa gente?

R. – Oltre a parlare con i profughi, ho avuto l’occasione di parlare con le persone che si trovano letteralmente barricate in casa e che non possono uscire, perché si combatte sotto le loro abitazioni, sotto i balconi e non possono neanche affacciarsi; ci sono giorni in cui non riescono neanche a uscire per fare la spesa… Ricordiamo che, tra l’altro, in questo periodo c’è il Ramadan; quindi dovrebbe essere un periodo di festa in cui, dopo il tramonto, si mangia insieme, si condivide un momento di gioia. Invece questo che si sta vivendo è un momento tristissimo, forse uno dei momenti più tristi per la città di Aleppo. La popolazione civile è sicuramente la più colpita. Purtroppo i due terzi delle persone in fuga sono donne e bambini. Lasciano le case senza portare nulla con sé e il rumore delle bombe oramai è una specie di costante negli ultimi giorni.







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