2012-07-28 17:26:42

Musica. Sfida tra pianisti, un uomo e un robot, chiude il Festival Pontino


Chiusura curiosa, divertente e senza precedenti ieri sera alla 48° edizione del Festival Pontino di Musica. Sul palco del castello di Sermoneta, una sfida tra un pianista-umano, Roberto Prosseda, e un pianista-robot, creato nei laboratori di Imola, che parla e canta e, dotato di 53 dita meccaniche, è capace di eseguire qualsiasi brano. A colpi di Scarlatti, Mozart e Chopin i due protagonisti si sono avvicendati alla tastiera stimolando il pubblico in un dibattito estetico e storico.” Una sfida articolata in tre parti” racconta al microfono di Gabriella Ceraso, lo stesso Roberto Prosseda:

R. - La prima parte è una vera sfida, non nel senso agonistico del termine. Più che altro, un confronto per far ascoltare al pubblico due letture diverse dello stesso brano: una appunto letterale - il robot fa esattamente ciò che è scritto sulla partitura né più né meno - e una più umana, per far capire quanto è importante il ruolo dell’interprete. Il robot ha la “sua rivincita”, e tra l’altro, parla. Quindi parlando è in grado di argomentare le sue scelte e di ribattere anche a quelle che sono le mie osservazioni. E quindi, cosa fa? Riproduce i rulli incisi dai grandi pianisti del passato come Rachmaninoff, Bussoni e Hoffman. Quindi dice: ”Vedete, io se voglio, posso suonare come suonate voi umani, ma in realtà, non mi sento a mio agio con questo tipo di libertà”. La terza parte è invece interamente dedicata al robot che dice: “Io ho comunque un mio repertorio che si riferisce alle musiche scritte per player piano”, cioè per pianola e pianoforte automatico. E quindi le esegue.

D. - Quindi il pubblico assiste sia ad una vera e propria storia del pianoforte, dalle registrazioni su rullo fino ai brani scritti per pianoforte automatico, sia ad un dibattito sull’estetica.

R. – Sì, esattamente. Non si tratta di un’operazione commerciale o pubblicitaria, ma un confronto estetico tra due posizioni diverse: oggettività e soggettività.

D. - E lei si è divertito in questo esperimento?

R. - A me è sempre interessata l’idea di un pianoforte “espanso”. Il pianoforte acustico che per cento anni non si è più evoluto mi sta un po’ stretto. L’idea però è sempre quella di comunicare al meglio il messaggio musicale e quella di raggiungere un pubblico più ampio.

Ultimo aggiornamento del 29 luglio 2012








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