Controffensiva dell'esercito di Assad ad Aleppo. Migliaia di civili in fuga
In Siria infuria la guerra civile, che si è spostata nella città settentrionale di
Aleppo, vicino al confine con la Turchia. Dopo l’annuncio dell’offensiva da parte
delle milizie ribelli, stamani si registrano pesanti bombardamenti dell’esercito di
Damasco. Già si contano decine di vittime, mentre il segretario generale dell’Onu,
Ban Ki-moon, torna a lanciare un forte appello alla comunità internazionale che “non
può rimanere in silenzio di fronte a questo dramma”. Gli ha fatto eco il ministro
degli Esteri russo Lavrov, che ha evidenziato come ad Aleppo si stia consumando una
vera e propria tragedia. Decine di migliaia i profughi in fuga dalle violenze. Giancarlo
La Vella ne ha parlato con la giornalista italo-siriana, Susan Dabbous,
che si trova nella regione:
R. – Il flusso
di profughi dalla città di Aleppo, che, ricordiamo, dista solo 30 km dal confine turco,
si è intensificato negli ultimi giorni. Dati recentissimi dell’Alto Commissariato
dell’Onu per i Rifugiati (Umhcr) turco rivelano che in totale sono almeno 42 mila
i profughi siriani alloggiati nei campi di raccolta. I campi attualmente sono 7; nei
prossimi giorni dovrebbero diventare 10, per accogliere almeno altri 10 mila profughi.
La situazione è drammatica ovviamente, perché le persone che fuggono sono in condizioni
disperate.
D. – Hai avuto modo di parlare con questa gente?
R. – Oltre
a parlare con i profughi, ho avuto l’occasione di parlare con le persone che si trovano
letteralmente barricate in casa e che non possono uscire, perché si combatte sotto
le loro abitazioni, sotto i balconi e non possono neanche affacciarsi; ci sono giorni
in cui non riescono neanche a uscire per fare la spesa… Ricordiamo che, tra l’altro,
in questo periodo c’è il Ramadan; quindi dovrebbe essere un periodo di festa in cui,
dopo il tramonto, si mangia insieme, si condivide un momento di gioia. Invece questo
che si sta vivendo è un momento tristissimo, forse uno dei momenti più tristi per
la città di Aleppo. La popolazione civile è sicuramente la più colpita. Purtroppo
i due terzi delle persone in fuga sono donne e bambini. Lasciano le case senza portare
nulla con sé e il rumore delle bombe oramai è una specie di costante negli ultimi
giorni.