Un anno fa, il 9 luglio 2011, nasceva lo Stato del Sud Sudan ottenendo l’autonomia
da Khartoum. Ma da allora le tensioni e i conflitti non sono mai cessati nelle aree
di confine e la popolazione del Sud, così come quella delle regioni settentrionali,
continua a soffrire per la fame e le malattie. La Commissione europea - riferisce
l'agenzia Sir - ha deciso ieri di aumentare l’aiuto umanitario, con altri 40 milioni
di euro (che si aggiungono agli 87 già stanziati nei primi mesi dell’anno) per fornire
cibo e medicinali a centinaia di migliaia di persone che rischiano di morire di fame.
In particolare è sempre più drammatica la situazione dei campi dove affluiscono in
continuazione i rifugiati. Se si aggiunge che la carestia frena le produzioni agricole
e che l’estrazione e la vendita all’estero del petrolio sono in una fase di stasi,
secondo l’Esecutivo Ue sono oltre 4 milioni le persone esposte alla fame. Kristalina
Georgieva, responsabile per gli aiuti umanitari e la politica di cooperazione, afferma
: “I nostri esperti presenti nelle zone di crisi indicano che la situazione si sta
sempre più deteriorando. Occorre intensificare gli aiuti immediati, specie nelle aree
di frontiera”. Colera e malaria si aggiungono ad altre malattie già diffuse tra la
popolazione. “Il circolo vizioso tra denutrizione e malattie aumenta in maniera spaventosa
la mortalità, specialmente infantile”. La commissaria Ue agli aiuti umanitari Georgieva
sottolinea che l’insicurezza delle vie di collegamento, già provate dalla stagione
delle piogge, “rende ancora più difficile portare aiuti a chi è nel bisogno”. Da qui
l’appello alle autorità politiche specialmente dello Stato del nord affinché consentano
l’afflusso di aiuti immediati alla popolazione. La Ue in questo caso dà voce anche
alle Ong e alle organizzazioni umanitarie che lamentano difficoltà nel raggiungere
i campi dei rifugiati e i villaggi dove occorrono cibo, acqua e medicine. (R.P.)