2012-07-27 09:00:55

Nuova Zelanda: no della Chiesa al progetto di legge sull'eutanasia


“La legalizzazione dell’eutanasia comporterebbe un serio pericolo di abusi verso molte persone anziane e verso altri soggetti gravemente ammalati e quindi in una oggettiva condizione di grande vulnerabilità”. È quanto afferma il prof. John Kleinsman, responsabile del “Nathaniel Centre” di Wellington, il più importate istituto cattolico di ricerca su temi bioetici della Nuova Zelanda, in riferimento a un progetto di legge presentato di recente in Parlamento per la legalizzazione dell’eutanasia. In un articolo pubblicato sul sito della Conferenza episcopale e ripreso dall’Osservatore Romano, il prof. Kleinsman osserva che “sembra un’ironia che un tale progetto, mentre afferma di volere promuovere una scelta per il termine della vita, di fatto nega a molte persone il diritto di vivere. Se l’eutanasia verrà legalizzata – aggiunge - molti di coloro che ora soffrono di un senso d’esclusione dovranno porre in discussione la propria esistenza in quanto il desiderio di continuare a vivere potrebbe essere considerato come una decisione egoistica”. Per lo scienziato “gli esempi forniti dai Paesi in cui l’eutanasia è stata legalizzata mettono in evidenza che non c’è alcun margine per migliorare questo tipo di leggi e che l’unica garanzia contro i probabili abusi ai danni di persone molto anziane oppure afflitte da gravi malattie rimane quella offerta dalla legge in vigore che proibisce ogni forma di suicidio assistito”. “Il ruolo dei legislatori in una società democratica – sottolinea il responsabile del “Nathaniel Centre” - è di garantire che gli interessi della maggioranza non vengano messi a rischio da scelte che riguarderebbero pochi individui”. (L.Z.)







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