2012-07-27 12:54:28

Mons. Chullikatt all'Onu: disarmare il mercato internazionale delle armi


Proprio nei giorni in cui gli Stati Uniti sono stati scossi dalla strage di Denver, la Santa Sede è tornata a ribadire la necessità di non considerare gli armamenti come beni commerciali comuni. Il forte monito è stato pronunciato da mons. Francis A. Chullikatt alla Conferenza Onu per il Trattato sul commercio delle armi che si è chiusa ieri a New York. L’osservatore vaticano presso il Palazzo di Vetro ha esortato la comunità internazionale a contrastare il traffico illegale di armi ed ha chiesto agli Stati di fornire assistenza alle vittime dei conflitti armati. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

La Santa Sede è convinta che un Trattato sul commercio delle armi “possa fare la differenza per milioni di persone” vittime dello “sregolato e irresponsabile traffico di armi e munizioni e l’illecita acquisizione di esse da parte” di criminali. E’ quanto sottolineato da mons. Francis A. Chullikatt alla Conferenza Onu sul commercio delle armi a New York. L’osservatore vaticano al Palazzo di Vetro ha quindi auspicato che l'obiettivo finale di un tale Trattato sia “il disarmo del mercato internazionale” delle armi. Il presule non ha dunque mancato di evidenziare che il traffico illecito delle armi ha un impatto negativo sullo “sviluppo, la pace, la legge umanitaria e i diritti umani”. Le armi, è stato l’avvertimento di mons. Chullikatt, “non possono essere meramente comparate agli altri beni che vengono scambiati sui mercati nazionali e internazionali”. Le armi, ha soggiunto, necessitano di una “regolarizzazione specifica” che sia in grado di “prevenire, combattere e sradicare l’irresponsabile e illecito traffico” di armi e munizioni. Per far questo, ha detto, serve l’impegno di tutti i membri della comunità internazionale dagli Stati alle organizzazioni internazionali, dalle Ong al settore privato.

Mons. Chullikatt ha elencato una serie di misure da attuare tra cui una maggiore collaborazione fra gli Stati, un reale controllo anche delle armi di piccolo calibro, una maggiore trasparenza nel commercio legale delle armi. Una particolare attenzione è stata inoltre posta dal diplomatico vaticano sulle vittime dei conflitti armati che, ha detto, devono ricevere assistenza e cura da parte degli Stati senza trascurare il loro reintegro sociale ed economico. Mons. Chullikatt ha così messo l’accento sull’importanza della promozione di una cultura della pace. Servono, ha osservato, delle “iniziative educative e dei programmi che accrescano la consapevolezza” sul tema e che “coinvolgano tutti i settori della società, includendo le organizzazioni religiose”. Questo sforzo, ha affermato, vede la Santa Sede impegnata in prima linea e servirà a promuovere la pace e a “contrastare la cultura della violenza e della criminalità”. Da ultimo, l’arcivescovo Chullikatt ha sottolineato che l’adozione di un forte ed efficace Trattato sul commercio delle armi rappresenta una segnale importante di “volontà politica” dei governi per “assicurare pace, giustizia, stabilità e prosperità nel mondo”.

Ultimo aggiornamento del 28 luglio 2012







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