2012-07-27 16:27:46

Messico. Proteste contro la Chiesa che accoglie gli immigrati. Il vescovo di Cuautitlán: difficile comprendere la carità


Migliaia di immigrati latinoamericani passano attraverso il Messico per raggiungere gli Stati Uniti, incontrando tantissime difficoltà e spesso anche la morte. La Chiesa messicana svolge un servizio immenso di accoglienza e assistenza, ma spesso è ostacolata da incomprensioni. Il servizio di Sergio Centofanti:RealAudioMP3

La Chiesa cattolica dalla parte degli immigrati nonostante le opposizioni di tanti. E’ quanto sta accadendo nella diocesi di Cuautitlán, vicino Città del Messico, dove la Casa del Migrante ‘San Juan Diego’, gestita dalla Chiesa locale, ha dovuto chiudere la sua sede per trasferirsi temporaneamente in altra zona. Maria Fernanda Bernasconi ha intervistato il vescovo di Cuautitlán, mons. Guillermo Ortiz Mondragón:

“In questa Casa del Migrante accogliamo dai 150 ai 200 migranti ogni giorno. La Pastorale sociale della diocesi, che si occupa dei migranti, ha chiesto a tutte le parrocchie di offrire ogni giorno il pranzo: i migranti possono riposare, mangiare, ma anche trovare dei servizi igienici, la toilette, le docce; ricevono anche visite di carattere sanitario. La Chiesa vuole seguire la volontà di Gesù, il Comandamento dell’amore, che deve essere attuato giorno dopo giorno anche con questi servizi: ‘Ero affamato e mi avete dato da mangiare; ero malato e mi avete assistito; ero forestiero e mi avete accolto’. Questo è il lavoro che viene svolto nella Casa del Migrante: un lavoro compiuto dalla Chiesa seguendo gli insegnamenti del Vangelo di Gesù Buon Pastore”.

I migranti rischiano di cadere nelle mani degli spacciatori di droga e dei trafficanti di esseri umani e di organi. In molti vengono sequestrati e uccisi. Quando, dopo numerose vicissitudini giungono qui dai Paesi dell’America Latina, sono stremati:

“Quando un migrante arriva alla Casa ‘San Juan Diego’ non arriva certamente in buone condizioni: arriva stanco, arriva ammalato e, a volte, anche con ferite dovute alle cadute durante il viaggio, perché dormendo sui vagoni del treno rischiano di cadere e di rimanere feriti”.

Secondo le normative vigenti gli immigrati possono trattenersi nella Casa appena un giorno, poi devono lasciarla col rischio di diventare vittime dei trafficanti in attesa di poter prendere un treno diretto verso gli Stati Uniti. La sede del centro, tuttavia, è stata chiusa a causa di incidenti avvenuti nei suoi pressi, scatenando la protesta degli abitanti della zona e il successivo intervento delle autorità civili. A nulla sono valse le spiegazioni che l’opera della Casa del Migrante non aveva alcuna responsabilità riguardo a quanto accaduto:

“C’è gente che non capisce questo lavoro della Chiesa e che non è d’accordo con l’aiuto che la Chiesa offre. Alcuni non lo capiscono e non vogliono che questo accada. Non tutti capiscono la vita della Chiesa. La carità non è facilmente comprensibile: la carità è un dono di Dio e se noi non ci apriremo a questo dono di Dio, non saremo mai in grado di comprendere l’aiuto ai poveri e agli immigrati”.

Il centro si è ora trasferito in una sede provvisoria, e di fronte a quanti chiedono la chiusura definitiva della Casa del Migrante, mons. Ortiz Mondragón afferma:

“Noi, come Chiesa di Cuautitlán, non abbiamo mai chiuso la Casa del Migrante e mai il vescovo chiuderà la Casa del Migrante!”.







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