2012-07-26 15:39:09

Mille giovani alla Marcia francescana, in cammino verso la Bellezza di Dio


Una forte esperienza di vita con un programma impegnativo, spiritualmente e fisicamente. E’ quella che stanno vivendo gli oltre mille giovani italiani provenienti dalle varie regioni d’Italia per partecipare alla 32.ma Marcia francescana in programma fino al 4 agosto. Meta è la Festa del Perdono di Assisi, il prossimo 2 agosto. Zaino in spalla con l’essenziale all’interno, ore di cammino, soste e pernottamenti in alloggi di fortuna: questo caratterizza un’esperienza che, a detta dei partecipanti, è “occasione di conversione”. Tema di quest’anno “Tu sei bellezza”, dalle lodi di San Francesco all’Altissimo. Al microfono di Paolo Ondarza, padre Matteo Marcheselli ofm, tra gli organizzatori della Marcia per l’Umbria: RealAudioMP3

R. – C’è bisogno di scoprire una bellezza fuori di noi, una bellezza in noi, che ci renda attraente una vita di fede, una vita d’amore, una vita in relazione con il nostro Dio tra noi. C’è una fatica ad aprire gli occhi e a vedere una bellezza che già ci è data. Penso soprattutto alla fatica per un giovane di scoprire la bellezza che è lui: la propria è storia bella, le ferite della propria vita diventano un luogo di bellezza se consegnate a Dio, se viste dentro la storia, mistero d’amore.

D. – La marcia è un cammino, un cammino per le strade di tutta Italia, ma anche un cammino interiore nel segno dell’essenzialità. Nello zaino dei partecipanti c’è un sacco a pelo, forse qualche stoviglia, posate, un cappello, una Bibbia. E’ un’esperienza che rompe con le comodità quotidiane cui i giovani sono abituati…

R. – Soprattutto è un cammino molto interiore, che ci mette nella condizione di ascoltarci, di ascoltare il nostro corpo ed anche questo è un qualcosa di molto nuovo per i giovani abituati ad esperienze fisiche legate o alla sessualità o ai tanti sport , talvolta estremi… C’è una fatica anche nell’ascoltarsi, nell’ascoltare le proprie fatiche, i propri muscoli, le proprie parti del corpo, i propri limiti, i propri dolori, le proprie rabbie…. Sono giornate in cui si impara a conoscersi, si impara a conoscere chi si ha al fianco.

D. – Potremmo dire, in un certo senso, che questa esperienza aiuta anche a riconciliare il corpo con lo spirito?

R. – Sì, perché l’esperienza di un limite fisico, di un muscolo che fa male, di un ginocchio che non ci permette più di camminare, diventa esperienza in cui accogliere la debolezza del proprio corpo e ci apre quindi alla possibilità di accogliere anche la debolezza della nostra anima, dei nostri fallimenti morali, spirituali… E’ un incontro con un Dio che ci ama così come siamo. Un amore che passa attraverso la debolezza, che paradossalmente diventa bella: è la bellezza del Crocifisso.

D. – In un momento come quello che stiamo vivendo, un momento caratterizzato da una crisi economica, in cui le aspettative di un lavoro stabile spesso restano deluse, cosa vuol dire per un giovane fare un’esperienza come la Marcia francescana?

R. - Intanto è un’esperienza di precarietà e quindi insegna l’affidarsi: i ragazzi che camminano con noi non hanno un programma definito di tutta la settimana e ogni giorno si lasciano condurre. Questo insegna loro l’affidamento: c’è un Padre che provvede a noi, che se cerchiamo prima Lui, viene incontro alle nostre esigenze. E’ l’esperienza vissuta del Vangelo che ci ha consegnato Gesù: cercare prima di tutto il Regno e dopo il vestire, il mangiare: il Padre sa che ne abbiamo bisogno.








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