Ghana. Mons. Palmer-Buckle ricorda il presidente scomparso: "E' stato un uomo di fede"
I vescovi del Ghana hanno voluto esprimere le loro più sentite condoglianze per la
morte del presidente John Evans Atta Mills, deceduto all’improvviso il 24 luglio scorso.
In un comunicato, i presuli si dicono “costernati e scioccati” e pregano Dio perché
possa concedere “all’anima del nostro amato Presidente l’eterno riposo”, chiedendo
anche a “tutti ghanesi di essere uniti e rimanere raccolti in questo momento estremamente
difficile”. La guida del Ghana, ritenuto un bastione della democrazia in Africa, è
stata ora assunta dal vicepresidente, John Dramani Mahama, che ieri ha giurato e che
rimarrà in carica fino alle elezioni previste alla fine dell’anno. Debora Donnini
ha intervistato l’arcivescovo di Accra, mons. Gabriel Charles Palmer-Buckle:
R. – Certamente,
è la prima volta che muore un presidente quando era in carica. Il Paese vive un momento
di lutto molto forte. Abbiamo conosciuto questo presidente di persona: un uomo umile,
un uomo che chiedeva sempre il nostro consiglio e anche, specialmente, la nostra preghiera
e la nostra intercessione per lui affinché potesse dare al Paese una presidenza che
piacesse al cuore di Dio. Era un uomo che aveva veramente il desiderio di fare quello
che voleva Dio da lui. Era protestante, un cristiano di grande fede.
D. – Cosa
ha fatto per il Paese?
R. – Ha continuato lo sviluppo avviato dal governo precedente.
Tutti parlano di questo Paese che sta gradualmente prendendo una posizione per arrivare
a essere quello che in inglese chiamiamo un “middle income country”, il che vuol dire
che in questi tre-quattro anni ha continuato a far progredire il Paese. Ma credo che
quello che lui abbia dato è la dedizione al suo lavoro. E’ un uomo che si è sacrificato
tanto per il Paese. Un uomo che ha saputo anche navigare nelle varie crisi che ci
sono state nel mondo, in Africa e nel Ghana: crisi economiche, crisi anche di valori,
crisi di decisioni politiche.
D. - Rispetto ad altri Paesi dell’Africa occidentale,
il Ghana ha una situazione economica intermedia: dunque, è un Paese che rispetto ad
altre nazioni vicine si trova in una situazione migliore?
R. – Certamente.
La qualità più forte di questo Paese è la stabilità politica, la pace e l’armonia
tra le varie confessioni, le varie religioni, le varie tribù. Crediamo che in vent’anni
di una democrazia abbastanza sviluppata, il Paese abbia saputo svilupparsi economicamente
e socialmente. Si può dire che lui abbia lasciato a questo Paese il proseguimento
di questa stabilità, questa pace e questo sviluppo sociale.
D. - Voi che speranze
avete per le elezioni presidenziali, alla fine di quest’anno, ora che non c’è più
questo presidente, che tra l’altro si sarebbe ricandidato…
D. – Certamente,
si era già candidato. Ma dobbiamo dire che la politica va fatta dai vari partiti politici.
Ci stiamo accingendo ad avere elezioni abbastanza in pace, in un’unità, in armonia.
Come Paese, stiamo cercando di fare tutto quello che si può fare. Siamo già andati
alle urne cinque volte e abbiamo avuto un’esperienza abbastanza valida. Noi vescovi
siamo tutti molto fiduciosi che le elezioni si svolgeranno tranquillamente e che ne
uscirà come presidente eletto – dopo aver pregato, chiedendo al Signore anche di consigliarci
e di scegliere un presidente che gli starà a cuore – uno che darà a questo Paese pace,
unità e sviluppo in senso democratico.