Si teme un bagno di sangue in Tagikistan dopo gli scontri tra militari e indipendentisti
Si infiamma anche il confine tra Afghanistan e Tagikistan, dove ieri un'operazione
speciale delle forze militari e di sicurezza tagiche contro alcuni militanti indipendentisti
si è conclusa con la morte di 12 agenti e 30 ribelli. Secondo altre fonti, però, i
morti sarebbero oltre 200. Sentiamo Giuseppe D’Amato:
Quella che
doveva essere una semplice operazione di polizia si è trasformata ora in una vera
e propria campagna militare. Sul Pamir si combatte. Ufficialmente sono una decina
i morti, ma fonti generalmente ben informate parlano di un bagno di sangue con centinaia
di caduti. Davanti all'ambasciata del Tagikistan a Mosca si è anche tenuta una manifestazione
di protesta. Tutto è incominciato con l'uccisione del generale dei servizi speciali
Abdullo Nazarov nella regione autonoma del Gornyj Badakhshan. Pronta la reazione delle
autorità centrali, accusate di pulizia etnica. In Tagikistan, dopo il crollo dell'Urss,
si è combattuta una lunga e sanguinosa guerra civile, conclusasi nel 1997. L'ex repubblica
sovietica, confinante con l'Afghanistan, è soggetta ad infiltrazioni estremiste ed
è un transito della droga. Gli osservatori più accreditati sospendono il giudizio
sugli avvenimenti in corso. Il dubbio è se Dushanbe fronteggi ora semplici gruppi
criminali o l'opposizione armata.