2012-07-25 16:06:47

Le organizzazioni italiane contro l’abolizione dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia


L’Osservatorio nazionale per l’infanzia cade vittima dei tagli per il contenimento della spesa pubblica. Contro questa decisione, le organizzazioni impegnate sul fronte dei diritti dei minori hanno rivolto un appello a governo e parlamento italiano. Tra i promotori anche l’Unicef Italia, il cui direttore, Giacomo Guerrera, al microfono di Roberta Barbi spiega perché questo provvedimento è inopportuno:RealAudioMP3

R. – In questo caso il taglio è proprio insignificante perché quest’Osservatorio costa appena ottomila euro l’anno e svolge un ruolo importantissimo: serve a monitorare qual è la situazione in Italia e quali sono gli interventi possibili. Quello che bisogna guardare con grande entusiasmo, in questo caso, è che i partecipanti all’Osservatorio sono tutti volontari. Questi ottomila euro sono determinati esclusivamente dai rimborsi spese.

D. – Quali compiti ha l’Osservatorio?

R. – Un compito essenziale, che è quello di verificare se tutti i soggetti, tutti coloro che hanno come compito tradurre in concreto le indicazioni contenute nella Convenzione di New York, la Convenzione internazionale sui Diritti dell’Infanzia, se effettivamente le realizzano. Non é un compito che si sovrappone a quello del Garante o a quello di altre istituzioni. È un compito fatto da esperti che nell’accertamento fanno un’analisi critica, sociologica, se effettivamente quanto viene prospettato ha possibilità concrete di realizzazione. È una consulenza offerta a tutti coloro che operano per l’infanzia, fatta da grandi professionisti.

D. - L’Osservatorio ha anche un ruolo chiave nell’attuazione della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia dell’Onu e proprio le Nazioni Unite in una delle ultime comunicazioni all’Italia hanno raccomandato un rafforzamento dell’Osservatorio…

R. – Certo è proprio così. È stata creata una struttura che è importante perché anche altre nazioni l’hanno individuata, ma noi l’abbiamo individuata in maniera originale, in maniera economicamente vantaggiosa, puntando esclusivamente sulla collaborazione e sul ritorno di immagine senza neanche spendere, però acquisendo una grossa consulenza sulle iniziative che vengono prospettate e soprattutto le scelte da effettuare a favore dell’infanzia. È un servizio che l’Osservatorio fa a tutte le istituzioni, non soltanto al governo.

D. – Un’altra fonte di preoccupazione è l’eliminazione del Comitato interministeriale per i diritti umani che svolge un ruolo di interfaccia con le istituzioni internazionali. Cosa comporterebbe la sua soppressione?

R. – È un comitato che proprio per questa sua natura interministeriale ha fatto un po’ la sintesi delle competenze dei diversi ministeri ed è un’interfaccia unica, in grado di poter operare in maniera concreta con tutte le istituzioni internazionali che si occupano di diritti umani. È un’occasione per potere lavorare insieme con rappresentanti che provengono da diverse istituzioni che poi hanno questo compito di collegamento a livello internazionale proprio per verificare il livello di applicazione della Convenzione sui Diritti umani, che è altrettanto importante come la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia.







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