India: scontri nell'Assam, migliaia di civili in fuga
Pranab Mukherjee è diventato oggi il 13.mo presidente della Repubblica indiana. Il
nuovo capo dello Stato ha prestato giuramento nel Parlamento di New Delhi. Nel suo
discorso, Mukherjee ha detto che la sua maggiore responsabilità sarà di essere guardiano
della Costituzione. Ha poi accennato alla povertà, una piaga che deve essere eliminata
dall’India di oggi. La cerimonia è avvenuta proprio in concomitanza con il forte stato
di tensione che si sta vivendo nello Stato orientale dell’Assam, dove sono in corso
violenti scontri etnici tra la tribù dei Bodo e gli immigrati musulmani. 32 le vittime
delle violenze e 150 mila i civili in fuga. Sulle motivazioni di queste tensioni,
Giancarlo La Vella ha intervistato padre Carlo Torriani, missionario
del Pime in India:
R. – Un po’
tutto il Nordest dell’India è abitato da tribù che da una parte sentono la presenza
dell’esercito indiano come un esercito di occupazione e quindi c’è questo risentimento
verso il governo centrale. Poi, c’è la vicinanza con il Bangladesh che è sovrappopolato:
molta popolazione emigra negli Stati vicini, in modo particolare nell’Assam, e queste
popolazioni sono musulmane e quindi c’è questo confronto-scontro tra i tribali – in
questo caso sono i Bodo – e gli emigrati dal Sud, dal Bangladesh, che sono considerati
degli intrusi. In questa situazione, il governo centrale è visto come chi protegge
i musulmani.
D. – Quali motivazioni ci sono dietro a questi scontri?
R.
– L’occupazione dei terreni: si tratta di terre molto fertili perché sono vicine al
fiume Brahmaputra, e vengono difese dai tribali come appartenenti a loro …