Hong Kong: tutte le scuole contro l’educazione patriottica imposta da Pechino
Dopo la Chiesa cattolica e i movimenti democratici del Territorio, anche il Partito
Liberale e persino gli editori scolastici stanno contrastando l'entrata in vigore
della nuova materia "Educazione nazionale" nelle scuole di Hong Kong. Secondo i critici,
l'argomento è troppo ampio e troppo vago per essere inserito nel normale curriculum
scolastico; inoltre, come sottolinea da anni la diocesi, esso punta a "lavare il cervello"
degli studenti locali. Tutto nasce dalla riforma scolastica voluta dal governo centrale
cinese nel 2002 e varata nel 2004. Essa prevede che in ogni scuola - dalle elementari
in poi - siano approntate delle non meglio definite "classi di educazione nazionale",
argomento che dovrebbe essere trattata come una materia a parte. Alcuni giorni fa,
l'assistente diocesano per l'educazione ha chiarito che nelle centinaia di scuole
della Chiesa la materia non sarà introdotta alla riapertura di settembre. Tra l'altro,
al momento nessun editore di Hong Kong - neanche quelli vicini al governo di Pechino
- è in grado di approntare i materiali scolastici per questa materia. Ben Mak, vice
direttore regionale della Oxford University Press, spiega: "Di norma abbiamo bisogno
di due anni di preparazione. Ma questa materia è stata introdotta ad aprile per settembre.
Non ce la faremo". È andata male anche agli squali del settore, che hanno prodotto
alcuni libri sulla falsariga di quelli in uso nella Cina continentale ma non hanno
trovato acquirenti. Shek Kwok-kei, della Pilot Publishing, spiega che la sua compagnia
ha speso un anno per mettere insieme i materiali necessari ma ora le scuole "non li
vogliono. Volevo essere un pioniere, ma gli istituti non conoscono il gioco e non
vogliono ancora giocare". A queste critiche si è aggiunto il Partito Liberale, che
ha manifestato oggi davanti all'Ufficio per l'educazione di Hong Kong e ha consegnato
una petizione al governo locale chiedendo un nuovo round di consultazioni fra le parti
in causa. Miriam Lau Kin-yee, presidente del partito, spiega: "Non siamo contro l'educazione
nazionale, ma abbiamo trovato molte aree grigie nei materiali didattici". (R.P.)