2012-07-24 18:02:35

Rifinanziare le scuole paritarie: lo chiede l'Agesc in allarme per i tagli previsti


Il prossimo anno scolastico inizierà regolarmente: lo ha assicurato ieri il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, dopo l’allarme del presidente dell’Unione Provincie italiane, Giuseppe Castiglione, sui rischi per la riapertura delle scuole a causa dei tagli alle provincie. Ma ad essere fortemente preoccupate sono anche le scuole paritarie per le quali è prevista una riduzione dei finanziamenti pari al 50%. Una decisione, ancora da confermare, che metterebbe gli istituti non statali in serio pericolo di sopravvivenza, determinando un grave danno anche per i conti dello Stato. Adriana Masotti ha sentito Roberto Gontèro, presidente nazionale dell’Agesc, associazione genitori scuole cattoliche.RealAudioMP3

R. – Certo. L’allarme è fortissimo perché questo taglio di 260 milioni di euro su un fondo di 530 milioni, che è un fondo storico perché dal 2000 viene stanziato ogni anno sempre di meno e mai di più, questo taglio significherà due cose: uno, purtroppo, la chiusura di moltissime scuole di qualunque ordine e grado; secondo, l’aumento delle rette che significherà che molte famiglie non potranno più scegliere la scuola per i propri figli.

D. – Voi sostenete che il finanziamento pubblico alle scuole paritarie è, in realtà, un risparmio per lo Stato: vuol spiegarci perché?

R. – Abbiamo calcolato, conti del ministero delle Finanze alla mano, che le nostre scuole – le nostre 13.500 scuole paritarie – fanno risparmiare allo Stato 6 miliardi di euro ogni anno. Ogni euro che viene speso per la scuola paritaria ne fa risparmiare allo Stato 5: non comprendiamo come un governo di economisti e di professori universitari non riesca a capire che fare uscire dalla scuola paritaria famiglie che andranno obbligatoriamente nello Stato, vorrà dire aggiungere costi alla Pubblica Istruzione e non certo diminuire la spesa. Quindi è un autogol grosso come una casa, quello che sta facendo il governo Monti, ed è contro un’istituzione centenaria che fa istruzione e formazione ai ragazzi di qualità.

D. – Quanto è diffusa oggi la consapevolezza dell’utilità e del diritto di esserci delle scuole non statali all’interno del sistema scolastico italiano, e quanto invece è presente ancora la vecchia contrapposizioni tra scuole statali e non?

R. – Purtroppo, la contrapposizione è ancora forte. Il fatto stesso che questa classe dirigente non capisca l’importanza della scuola paritaria, non soltanto per il risparmio che implica per lo Stato, ma anche per la qualità della formazione, ci dimostra come questa consapevolezza dell’utilità e della validità della scuola paritaria sia molto tenue. Nell’opinione pubblica, in più, gioca il fatto che in tutti questi anni la scuola paritaria è stata dipinta dalle forze che per tanti motivi le remano contro – sindacali, di corporazione, ideologici o anticonfessionali, anticlericali – che sono un po’ il sistema dei poteri forti, compresi i giornali laicisti, questo fa sì che l’opinione pubblica sia sempre convinta che questa scuola sia la scuola privata, la scuola dei ricchi, i diplomifici, quelli che regalano i voti; mentre noi che ci viviamo dentro, sappiamo non solo la tradizione che hanno queste scuole, ma anche la cultura che trasmettono – nell’insegnare la capacità critica, nell’aiutare i ragazzi a diventare uomini e donne maturi, a studiare con impegno e sacrificio – purtroppo però, questa consapevolezza nell’opinione pubblica non c’è.

D. – Non stiamo parlando solo di scuole di ispirazione cattolica, ma di scuole anche di altro genere, quando parliamo di scuole non statali …

R. – Certo: quando parliamo di scuola paritaria, intendiamo le scuole – appunto, come dice lei – confessionali e laiche. Questa è ancora una cultura che tarda a venire in Italia, e che purtroppo ci porta molto fuori dall’Europa: io voglio sottolineare, infatti, una cosa che non tutti sanno ed è che in Europa e in tantissime altre parti del mondo le scuole pubbliche non statali sono finanziate dallo Stato.

D. – Lei, comunque, spera ancora che il governo faccia un passo indietro riguardo ai tagli?

R. - Io spero che già giovedì ci sia una prima definizione di ritorno su questa decisione, altrimenti speriamo che comunque in autunno la decisione rientri, perché questo sta creando alle nostre scuole un sistema di disorientamento, di grande preoccupazione che mina l’inizio dell’anno scolastico che tra un mese è alle porte. Quindi, c’è grande preoccupazione negli istituti quando si ha una spada di Damocle sulla testa che significa: non ti diamo i contributi.







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