2012-07-24 11:37:09

Istituti secolari, testimonianza di una laica consacrata: portiamo il Vangelo dov'è dimenticato


La sfida per gli Istituti secolari è proporre la soluzione del Vangelo come risposta alle necessità dell’umanità. Lo sottolinea Andreina Gambardella, presidente delle Cooperatrici Oblate Missionarie dell’Immacolata (Comi), che Angelica Ciccone ha raggiunto telefonicamente al Congresso di Assisi:RealAudioMP3

R. – Questo tema si riallaccia ad un precedente Congresso, ma soprattutto alla sfida che Benedetto XVI aveva lanciato in occasione del 60.mo anniversario della Provida Mater Ecclesia, quando ci chiese di essere come semi gettati nei solchi della storia: essere quindi quel seme che germina, che dà frutti nuovi proprio nella storia. Questa sfida l’ha affidata a noi, consacrati secolari, affinché attraverso la nostra consacrazione nel mondo possiamo continuare quello che è insito nella nostra vocazione: trasformare le realtà del mondo dal di dentro per riportarle a quei valori evangelici che possono essere offuscati o assenti nella realtà del mondo.

D. – Come s’inserisce questo incontro all’interno della sempre maggiore attenzione da parte della Chiesa per la Nuova evangelizzazione e in vista dell’Anno della fede?

R. – Dalle linee del programma nasce sempre la riflessione sulla costante tensione a essere cristiani ed essere al servizio della Chiesa, sviluppando così anche quel nuovo modello di santità. La fede è dimostrata attraverso la testimonianza, attraverso la presenza efficace all’interno della Chiesa e in quelle strutture del mondo dove noi - attraverso la nostra presenza, per il lavoro, per la professione, per i vari ambiti nei quali siamo inseriti - possiamo rinnovare in questo spirito evangelico. Credo che proprio in questa linea il Congresso voglia portare una riflessione, ma poi anche attraverso i vari incontri e i vari lavori di gruppo arrivare a delle conclusioni che ci spingano a mettere in pratica quanto ci proponiamo.

D. – Quali sono le sfide per gli Istituti secolari nel mondo di oggi?

R. – Per noi secolari nel mondo di oggi, credo che sia prima di tutto testimoniare con la vita, la coerenza, la gratuità e tutti quei valori che oggi – forse – sono un po’ assenti nelle nostre realtà. L’umanità porta con sé molta sofferenza, molti vuoti, e la sfida allora è proprio non proporci noi come soluzione, ma proporre la soluzione del Vangelo e quindi la presenza di Gesù Cristo nella nostra vita come risposta a queste necessità dell’umanità, che credo siano sempre leggermente diverse da un’epoca all’altra, ma poi fondamentalmente uguali.








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