Conferenza internazionale sull’Aids. L’intervento della Clinton: “Il virus non
sia una condanna”
Prosegue a Washington la conferenza mondiale sulla lotta all’Aids, con la partecipazione
di circa 25mila tra scienziati, attivisti e uomini politici. A prendere la parola
ieri, anche il segretario di Stato statunitense, Hillary Clinton, che ha indicato
alcune possibili linee guida per arrivare a una generazione libera dalla malattia.
Da Washington, Francesca Baronio: “Il
virus resta incurabile - ha detto il Segretario di Stato - ma non deve essere una
condanna”. La Clinton, dopo aver ribadito che la lotta all’Aids resta uno dei capisaldi
dell’amministrazione Obama, ha promesso uno stanziamento supplementare di 150 milioni
di dollari. Il grosso della cifra, 80 milioni, saranno destinati alla ricerca e alla
protezione delle donne incinta e dei loro piccoli, “perché nessun bambino dovrà nascere
portatore del virus”, mentre, “chi lo ha già contratto dovrà essere curato per non
contagiare gli altri”. Se enormi progressi sono stati fatti sul fronte scientifico,
resta ancora molto da fare per la scoperta di un vaccino e per l’accesso alle cure.
Finirla con l'Aids si può, ma ci vogliono soldi e impegno. Il rischio, in un momento
di crisi internazionale, è che i donatori si tirino indietro. Così, ricordando che
gli Stati Uniti sono pronti a fare la loro parte, la Clinton assieme a Anthony Fauci,
esperto mondiale e pioniere degli studi del virus Hiv, ha invitato i Paesi emergenti
a stanziare nuovi fondi. All’appello mancano circa 24 miliardi di dollari per rispettare
gli obiettivi prefissi al 2015.