2012-07-20 11:39:31

Usa, Conferenza sull’Aids. Mons. Vitillo: serve approccio integrale alla malattia


Si aprirà questa domenica a Washington la 19.ma Conferenza internazionale sull’Aids. All’appuntamento sono attesi 30 mila tra scienziati, esperti e attivisti. Ci sarà anche la Caritas, che porterà il suo personale contributo partendo da una pre-conferenza che coinvolgerà le organizzazioni cattoliche impegnate nella realizzazione del Piano globale: eliminare entro il 2015 i nuovi contagi tra i bambini e mantenere in salute le mamme. A parlarne, al microfono di Roberta Barbi, è mons. Robert Vitillo, consigliere speciale per l’Aids della Caritas:RealAudioMP3

R. - Caritas sta organizzando con altre organizzazioni cattoliche una pre-conferenza per le persone che vengono da tutto il mondo e che lavorano in programmi patrocinati dalla Chiesa cattolica, così possono prepararsi per questa grande conferenza riflettendo sui valori della Chiesa cattolica.

D. - 31 anni di epidemia del virus Hiv hanno chiamato la Chiesa a trovare una risposta pastorale alla malattia oltre a quella assistenziale…

R. - È molto importante avere una risposta completa che consideri non solamente i bisogni medici, ma anche i problemi sociali, economici, affettivi e finalmente quelli spirituali.

D. - In quali Paesi la situazione è più critica e quali armi abbiamo a disposizione oggi per combattere l’Aids?

R. - L’impatto è molto più forte nei Paesi africani: di questi, 22 registrano il maggiore numero di contagi. Abbiamo fatto dei progressi, specialmente con l’accesso alle cure antiretrovirali, alle quali solamente la metà delle persone che ne necessitano, però, possono accedere.

D. - Le organizzazioni cattoliche partecipano attivamente alla realizzazione del Piano globale che mira a eliminare entro il 2015 i nuovi contagi tra i bambini e a mantenere in salute le mamme. Come si può conseguire questo obiettivo in contesti in cui il malato viene lasciato solo ed è rifiutato dalla famiglia?

R. - È molto importante promuovere l’accettazione e il coinvolgimento da parte di tutta la famiglia con le persone che vivono con l’Hiv e in particolar modo con le madri. Inoltre, è importante coinvolgere i mariti a prendere parte all’iniziativa di sottoporsi ai test e provvedere alle cure antiretrovirali per le madri e - quando è necessario - per i bambini. Abbiamo fatto un’indagine riguardo alle organizzazioni cattoliche nei 22 Paesi e abbiamo scoperto che molte sono già coinvolte in questi programmi di prevenzione del contagio da madre al bambino. Loro fanno un tipo di approccio focalizzato su tutta la famiglia.







All the contents on this site are copyrighted ©.