Olimpiadi: a Londra la Chiesa aderisce all'esperienza ecumenica di "More than Gold"
In occasione dei Giochi olimpici e paraolimpici – in programma a Londra dal 27 luglio
al 12 agosto – i vescovi cattolici di Inghilterra e Galles hanno aderito all’organizzazione
ecumenica cristiana "More than gold"che dal 1996 trasforma quest’appuntamento
sportivo inter-continentale in occasione di evangelizzazione. Circa un terzo degli
atleti partecipanti a Londra 2012 sono cattolici ed è importante offrire loro, e a
tutto il mondo sportivo, l’opportunità di un'esperienza spirituale durante le due
settimane di gare. Fabio Colagrande ne ha parlato con James Parker,
rappresentante cattolico dell’organizzazione caritativa “More than Gold”:
R. – In Inghilterra,
prendiamo molto sul serio l’Enciclica di Giovanni Paolo II Ut unum sint che
invita i credenti cristiani a pregare e lavorare insieme per l’unità. Vorremmo riuscire
a mettere insieme tutte le nostre risorse per poter offrire il nostro servizio per
questi Giochi olimpici, per costruire, insieme, il Regno di Dio. “More than Gold”
è un’esperienza iniziata con i Giochi olimpici di Barcellona nel 1992. In quell’occasione,
erano presenti tanti protestanti ed evangelici - battisti, metodisti, episcopaliani:
lì, tutti insieme, hanno preso la decisione di unirsi per proclamare la Buona Notizia
ai successivi Giochi olimpici in Atlanta, negli Stati Uniti, nel 1996. Quest’anno,
invece, è la prima volta che la Chiesa cattolica vi partecipa insieme agli altri cristiani:
ed è una esperienza straordinaria per noi.
D. – In concreto, che tipo di servizio
offre questa organizzazione durante le giornate olimpiche?
R. – Facciamo tante
cose, ma vogliamo anzitutto offrire una calorosa accoglienza ai turisti e agli spettatori,
ma in particolare agli atleti. Apriamo le nostre chiese per la preghiera, per la contemplazione,
ma anche per una tazza di the o di caffè, un’usanza tipicamente britannica, o anche,
per esempio, per l’accesso ai servizi igienici. Ci saranno poi artisti cristiani,
ci sarà la musica per le strade: abbiamo organizzato festival locali. Per la prima
volta, poi, ci sarà un campo internazionale per i giovani, un po’ come succede alla
Giornata mondiale della gioventù. Ci saranno anche delle Messe speciali, celebrate
in diverse lingue: metteremo a disposizione un grande numero di cappellani cattolici
all’interno del Villaggio Olimpico. In generale poi, come comunità cristiana, abbiamo
messo a disposizione degli alloggi gratuiti per le famiglie e gli amici degli atleti
in competizione e per i turisti: dunque apriremo le nostre case agli stranieri, ai
visitatori. Come nel Vangelo, dove Gesù ci chiede di accogliere tutti gli stranieri.
D. – Se ho ben capito come “More than Gold” voi mettete anche a disposizione
degli alloggi per alcuni turisti...
R. – Esatto. Abbiamo ricevuto 500 richieste
per alloggi a Londra. Ci sono alcune persone che arrivano dai Paesi più poveri e che
non hanno i soldi per pagare una stanza a Londra.
D. – Quindi, diciamo in
generale “More than Gold” è un’offerta rivolta sia a turisti, ma anche agli atleti,
per trovare dei momenti di spiritualità durante le giornata olimpiche?
R. –
Certo. La Santa Messa sarà celebrata tre volte al giorno nella Cappella del Villaggio
Olimpico, ma ci saranno anche alcuni vescovi che verranno ad accompagnare le loro
squadre a Londra.
D. – In questo senso, quale opportunità particolare rappresentano
le Olimpiadi londinesi per la Chiesa cattolica?
R. – Le Olimpiadi londinesi
ci danno l’opportunità di essere nel cuore del mondo dello sport: questo è molto importante.
E’ importante anche perché si dice che un terzo degli atleti che arriveranno in Inghilterra
saranno cattolici: dunque, è importante provvedere ad un’esperienza spirituale non
solo per gli atleti, ma anche per il mondo dello sport. Sarà importante quindi continuare
in questo lavoro: ad esempio, durante la sua visita in Inghilterra, Papa Benedetto
XVI ha istituito una Fondazione dello sport, simile a quella che già c’è in Italia,
la “Fondazione Giovanni Paolo II”, e stiamo preparando molte cose per i giovani, per
i club sportivi, per coloro che giocano a calcio o a rugby. Questo lavoro, questa
pastorale sportiva, dunque, non finirà quando i Giochi olimpici saranno terminati.