Il viaggio del Papa in Libano. Padre Tabet: grande attesa nelle comunità cristiane
del Medio Oriente
In Libano proseguono i preparativi per l’ormai prossima visita apostolica del Papa
in programma dal 14 al 16 settembre. Occasione del 24.mo viaggio internazionale di
Benedetto XVI è la firma dell’Esortazione apostolica post-sinodale per il Medio Oriente.
Emer McCarthy ha chiesto a padre Marwan Tabet, coordinatore della visita
papale, a che punto sono i preparativi:
R. – The visit
is up to eight over ten in the preparation. … Posso dire che i preparativi sono
completati all’80 per cento. Tutti, in Libano, si stanno preparando per dare il benvenuto
al Papa e non vedono l’ora di dirgli quello che provano in questo momento. C’è attesa
per quello che dirà il Santo Padre. Quindi, l’atmosfera è veramente di grande entusiasmo,
in particolare tra i giovani.
D. - In Libano ci sono vari riti cattolici, maroniti,
melkiti, siro-cattolici e armeno-cattolici. In mezzo a queste diversità, quanto è
stato difficile trovare unità e coordinamento?
R. – Being where we are and
how things affect us, we have learned … Per il fatto di vivere dove viviamo e per
il modo in cui le situazioni ci coinvolgono, abbiamo imparato – in quanto Chiese cattoliche
– a coordinarci tra di noi. Allo stesso tempo, devo dire però che anche il livello
di coordinamento con le Chiese cristiane non cattoliche ha fatto grandi progressi
in molte diocesi, dove c’è un rapporto amichevole tra le comunità cattolica, ortodossa
e protestante. Queste comunità hanno imparato a vivere insieme. Adesso tutti i cristiani
del Medio Oriente non pensano tanto alle loro diversità, se sono cattolici, ortodossi
o protestanti: sanno soltanto che sono tutti nella stessa barca. Si chiedono se il
cristianesimo sopravvivrà in questa parte del mondo. C’è da domandarsi in effetti
se i cristiani rimarranno qui e se siano realmente considerati una parte costitutiva
dell’area. Ci sono forze internazionali o lobbies che stanno lavorando per cacciare
i cristiani da qui, o se non altro per ridurli ad una presenza irrilevante. La visita
del Papa in Libano vuole dire ai cristiani che Roma è con loro, che la Santa Sede
è con loro e che sta lavorando con la comunità internazionale per far sapere al mondo
che l’Oriente senza i cristiani non sarebbe un vero Oriente. Nello stesso tempo la
Chiesa sta lavorando anche con la leadership musulmana, per far comprendere che il
contributo dei cristiani non può essere dannoso per la fede islamica.
D. –
Come farete per armonizzare i vari riti nelle liturgie presiedute dal Papa?
R.
– Everything will be done perfectly. … Tutto sarà perfetto. Sull’altare ci saranno
sette cori, ciascuno dei quali canterà secondo il proprio rito. Questo per quanto
riguarda la Messa a Beirut. Poi abbiamo deciso che tutti questi cori saranno riuniti
in un unico coro e insieme canteranno i canti di tutti: sarà un coro composto di maroniti,
melkiti, armeno-cattolici, siro-cattolici e latini. Tutti canteranno insieme: un coro
di quasi 300 cantori. Sono tutti felici.
D. – Quindi, la liturgia saprà riflettere
il ricco mosaico della più antica tradizione nella Chiesa …
R. – Yes, but the
Mass itself will be … Sì, anche se la Messa stessa si svolgerà con rito latino,
tutto il resto sarà un mosaico di riti orientali. Quello che sta per avvenire è molto
bello. Stiamo preparando anche un grande incontro per i giovani: verranno circa 20
mila ragazzi per stare insieme al Papa, pregare con lui, ascoltare le sue parole.
L’entusiasmo sta crescendo. Prima dell’arrivo del Papa in Libano, daremo avvio ad
una serie di incontri di preghiera: le stesse preghiere saranno recitate in ogni chiesa,
in ogni parrocchia in tutto il Medio Oriente. Per i nove giorni che precederanno l’arrivo
del Papa, è stata preparata una novena che parte dal Rosario dei misteri luminosi,
caro a Giovanni Paolo II, che si reciterà in ogni parrocchia del Medio Oriente, e
in ogni casa ci sarà una luce accesa per nove giorni – una luce che si diffonderà
in tutto il Medio Oriente.