Guerra a Damasco. Veto di Russia e Cina a sanzioni contro Assad. Mons. Zenari: è una
discesa agli inferi
La Siria è nel caos, con la capitale Damasco che è diventata un campo di battaglia.
Violentissimi gli scontri tra esercito e milizie ribelli. Almeno 250 le vittime in
quella che è stata la giornata più sanguinosa dall’inizio delle proteste, proprio
mentre il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ancora una volta non ha trovato unanimità
su una risoluzione di condanna. Il servizio di Marina Calculli:
Quella di
ieri è stata forse una delle peggiori giornate della guerra civile siriana. Secondo
l’opposizione i morti sarebbero circa 250. I carri armati di Assad sono entrati nelle
vie della capitale mentre l’opposizione ha assaltato la centrale della polizia nel
quartiere bene di Qanawat e si prepara ad assediare la tv di stato. Gli shabbyyia,
invece, gli agenti in borghese del regime, arruolati per uccidere, hanno fatto razzie
nei quartieri sunniti che hanno ospitato i ribelli. Altrove nel paese i bombardamenti
hanno continuato a prendere di mira le città considerate traditrici. Dal suo canto
l’Esercito siriano libero ha preso il controllo della frontiera con l’Iraq, dopo intense
battaglie ai check in con i soldati governativi. E’ giallo intanto su dove sia Assad.
Qualcuno ha insinuato che fosse scappato a Latakia, città a maggioranza alauita. Ma
il governo smentisce: “Il presidente è al lavoro nella capitale come sempre”. E mentre
il ramadan sta per cominciare, i civili cercano l’ultima via di fuga dal paese. Solo
ieri il Libano sono giunti circa 20.000 nuovi rifugiati.
E, come avete sentito,
ieri è stata una giornata difficile anche al Palazzo di Vetro, con il Consiglio di
Sicurezza dell’Onu sempre più spaccato su eventuali sanzioni contro Damasco. Russia
e Cina per la terza volta hanno posto il veto ad una risoluzione sulla Siria, scatenando
le accese critiche degli Stati Uniti. Il servizio di Giancarlo La Vella:
Il primo a
rammaricarsi per l’esito del voto, che avrebbe potuto interrompere la lunga scia di
violenza e sangue, è stato il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon. Il Consiglio
di Sicurezza - ha detto - avrebbe dovuto mostrarsi unito e parlare con una voce sola
per salvare molte vite umane. Proteggere la popolazione e trovare un piano di transizione
politica, coinvolgendo il governo di Damasco, questo in fondo l’obiettivo di una risoluzione
che avrebbe dovuto rinnovare e rinforzare innanzitutto la missione degli osservatori
in Siria. Deplorevole il veto di Mosca e Pechino, hanno tuonato gli Stati Uniti. Una
spaccatura, in seno ai 15 del Consiglio, difficile da sanare in questo momento, ma
il nunzio apostolico a Damasco, mons. Mario Zenari, non perde le speranze di
un intervento internazionale decisivo: "Speriamo che con l'aiuto della comunità internazionale
si riesca a fermare questa drammatica discesa che io molte volte ho definito 'verso
gli inferi'"