Siria: “No” di Russia e Cina alla risoluzione con nuove sanzioni. Oltre 200 vittime
nei combattimenti delle ultime 24 ore
Nuova rottura in seno al Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla crisi siriana. Russia
e Cina hanno posto il veto sulla risoluzione dei Paesi occidentali che prevedeva nuove
sanzioni. Intanto a Damasco proseguono i combattimenti tra ribelli e forze governative:
oltre 200 morti nelle ultime 24 ore. Il servizio di Marco Guerra: Per la terza volta
dall’inizio della crisi siriana Russia e Cina hanno espresso il loro veto in seno
al Consiglio di Sicurezza Onu contro una risoluzione che, fra le altre cose, prevedeva
nuove sanzioni contro Damasco. Secondo Mosca la bozza apriva la strada all’intervento
militare negli affari interni siriani. Grande la delusione espressa dall’inviato per
la Siria Anan che aveva chiesto un rinvio del voto per trovare un accordo con le due
superpotenze. Il Consiglio nazionale Siriano parla di “conseguenze disastrose per
tutta la regione” se Russia continuerà a “coprire il regime di Assad”. “Deplorevole”
è stato invece il commento della Casa Bianca che ha quindi espresso la sua contrarietà
all’estensione della missione degli osservatori Onu che scade domani. La Gran Bretagna
tenta tuttavia di salvare la missione con prolungamento di 30 giorni proposto in una
nuova risoluzione che sarà votata entro oggi. E sul terreno le cose non vanno meglio:
da dopo l’attacco di ieri ai vertici della sicurezza del regime, a Damasco si combatte
intorno ai palazzi del potere e si segnala l’ingresso dei carri armati governativi
nel quartiere “roccaforte” dei ribelli. Gli insorti a loro volta avrebbero preso il
controllo di alcuni posti di frontiera con la Turchia. Smentite infine le voci di
una fuga a Latikia di Assad. La tv di Stato ha mostrato presidente siriano con il
nuovo ministro della Difesa. Sul persistere dell’appoggio della Russia al regime
di Assad sentiamo il commento di Maria Grazia Enardu, docente di storia delle
relazioni internazionali all’università di Firenze: R. – La Russia
non intende mollare Assad perché ha come priorità assoluta il mantenimento del porto
di Tartus sulla costa del Mediterraneo. Per questo farebbe qualunque cosa.
D.
– Cosa potrebbe far cambiare questa situazione?
R. – Una forte azione della
società internazionale sulla Russia. Le pressioni possono essere soltanto diplomatiche
e politiche, sperando che tra qualche settimana o mese cambi idea. Ma non sarà facile.
La Siria è l’ultimo amico che la Russia ha in Medio Oriente.