2012-07-19 13:54:55

Siria: attacco dei ribelli ai palazzi del potere. Assad in fuga?


Forse ad una svolta decisiva la crisi siriana. Dopo gli attentati di ieri, che hanno decapitato il regime di Damasco, prosegue oggi nella capitale l’offensiva dei ribelli. Sanguinoso il bilancio: ieri 200 vittime, oggi già diverse decine. Intanto, la comunità internazionale prende tempo sul da farsi, mentre il presidente Assad avrebbe abbandonato il suo quartier generale. Il servizio di Giancarlo La Vella:RealAudioMP3

La famiglia di Bashar al Assad, sarebbe già rifugiata in Russia, mentre il capo dello Stato, secondo fonti di stampa, avrebbe lasciato oggi Damasco alla volta di Latakia, poco a nord della base russa di Tartus. Sulla possibile sorte del presidente sentiamo Maria Grazia Enardu, docente di Storia delle Relazioni Internazionali all’Università di Firenze:

“Si fanno varie ipotesi. Però bisogna rendersi conto che quello degli Assad è un regime che sta al vertice della Siria da 40 anni e io non credo che Bashar possa uscire vivo dal Paese, anche perché è considerato responsabile di quello è avvenuto o colpevole di non averlo saputo gestire”.

Alla base della decisione del presidente di lasciare Damasco, l'attentato di ieri, in cui sono rimasti uccisi un ministro e altri vertici del regime, un episodio che potrebbe passare alla storia come l’inizio della fine dell’era Assad. Marco Guerra ne ha parlato con il padre gesuita, Paolo Dall’Oglio, che ha ridato vita dal 1982 al monastero di Deir Mar Musa, in Siria:

“Questi sono segni di grande indebolimento e le settimane che verranno ci mostreranno in quale direzione vanno le cose. Rischiamo di andare verso una guerra civile di lunga durata, assolutamente da evitare: tutta la regione ne sarebbe destabilizzata in modo gravissimo”.

Intanto oggi la capitale è un campo di battaglia. Fuga generale dei civili con attacchi dei ribelli alla televisione di Stato, al palazzo del governo e all’aeroporto internazionale. E all’Onu il Consiglio di Sicurezza ha rinviato di almeno 24 ore il voto sulla risoluzione contro la Siria, mentre appare sempre più difficile compattare il fronte dei membri permanenti, con la Russia sempre in posizione pro Assad.







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