2012-07-19 16:25:17

Moneyval: Il Vaticano ha fatto più di altri Paesi


Stefano Zamagni, economista, docente Economia Politica all'Università di Bologna
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Bisogna considerare due cose. La prima è che lo stesso organismo del Consiglio d’Europa, Moneyval, ha riconosciuto come importanti i cambiamenti varati dalla Santa Sede sia per intensità sia per il loro numero, cambiamenti che hanno superato quelli fatti da altri Paesi. Quindi in meno di 9 mesi la Santa Sede è riuscita a dare risposte positive, convincenti, alla maggior parte dei quesiti che erano stati sollevati. E’ vero, però, che nel rapporto conclusivo, s’invita il Vaticano a proseguire ed a chiarire meglio i modi di governance dell’AIF, cioè dell'Autorità d’Informazione Finanziaria, perché si dice che l’attività di vigilanza deve essere tenuta separata dall’attività di intelligence finanziaria.
Per le “banche” che non sono impegnate in attività di profitto ma che hanno compiti sociali, come lo Ior e le banche di credito cooperativo in Italia, vale però la pena di trovare altri criteri di analisi e giudizio, rispetto a quelli applicati da Moneyval alle grandi banche commerciali. Sulla questione c’è molta confusione. L’obiettivo di vigilare, di controllare, intensificando la lotta è sacrosanto. Bisogna, però, tenere conto del soggetto. Un conto è un ente bancario che persegue finalità lucrative e quindi si dedica all’attività di speculazione finanziaria, altro conto è un altro ente bancario. Qual è l’aspetto negativo? Che si caricano sulle spalle di istituti come lo Ior, e altri come le banche cooperative che perseguono fini strumentali, cioè l’attività bancaria è strumento per il fine principale che è quello della solidarietà, della diffusione della religione della cultura - dei pesi eccessivi, e questo non è accettabile. (a cura di Luca Collodi)













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