Libertà religiosa. Terzi: Italia in prima fila a difesa dei cristiani in Nigeria
“Fermare la strage di cristiani in Nigeria”: il tema della conferenza stampa promossa
dall’Osservatorio della libertà religiosa, di recente istituito dal Ministero degli
esteri italiano in collaborazione con Roma capitale. L’incontro, ospitato stamani
nella sede della Sala stampa estera a Roma, ha visto la partecipazione del ministro
degli Esteri, Giulio Terzi, e dell’on. Margherita Boniver, inviata speciale della
Farnesina per le emergenze umanitarie. Il servizio di Roberta Gisotti:
L’Italia in
prima fila per porre la libertà di culto e la violenza interreligiosa al centro dell’agenda
internazionale. “Vogliamo accrescere la consapevolezza della dimensione etica della
nostra politica estera”, ha sottolineato il ministro Terzi, e “la strage dei cristiani
in Nigeria è una realtà drammatica che ci fa inorridire”. Da qui, la missione nei
giorni scorsi dell’on MargheritaBoniver nel Paese africano:
R.
–“C’è la grandissima preoccupazione e lo sdegno del governo italiano, ma anche
di tantissimi altri governi europei nei confronti del protrarsi delle violenze e degli
eccidi nei confronti dei cristiani, ad opera soprattutto dei terroristi di Boko Haram.
Ed è importante che le autorità nigeriane mettano in essere tutte le tutele possibili
e necessarie per preservare questa libertà di culto e di religione, che è alla base
anche, evidentemente, della Costituzione nigeriana, ma che è letteralmente uno dei
diritti fondamentali nella Carta delle Nazioni Unite”.
D. – Lei che idea si
è fatta da questi colloqui avuti? E’ più un problema interno o ci sono pressioni dall’estero
perchè ci siano queste persecuzioni?
R. – Sì, questo è esattamente, più o meno,
ciò che mi è stato detto dalle autorità civili. Loro tendono, soprattutto in questo
momento, ad analizzare il fenomeno dal punto di vista delle infiltrazioni terroristiche
che provengono dall’estero. Invece, sappiamo che le condizioni economiche in cui versa
molta parte della popolazione nigeriana – il 60% sopravvive con un dollaro al giorno
– ma anche i conflitti latenti, interetnici ed ogni tanto anche interreligiosi - anche
se questa non è la cifra principale di queste violenze - portano ad una escalation
estremamente preoccupante di questi eccidi, di queste violenze, che si sono concentrate
soprattutto ultimamente nello Stato di Plateau, nel Nord della Nigeria. La Nigeria
è composta da 36 Stati con un governo federale. Nello Stato di Plateau, palesemente,
il governo centrale non è quasi più in grado di mantenere l’ordine pubblico. E questo
è un dato estremamente preoccupante.
Ma non c'è solo la Nigeria tra le emergenze
da affrontare per tutelare la libertà religiosa, ha ricordato il ministro GiulioTerzi:
“Tutto il Sahel, ma anche del Corno d’Africa, che si estende
fino al Kenya, all’Etiopia, alla Somalia, sono aree nelle quali noi vediamo il rischio
del diffondersi di questi fenomeni. Li teniamo in grande attenzione e contiamo molto
su un rapporto costruttivo, costante con i Paesi, anche sul piano bilaterale, nei
rapporti con l’Unione Europea. Ma certamente anche altre parti del mondo devono essere
oggetto di attenzione: il Sudest asiatico, il subcontinente indiano. E’ un tema la
libertà religiosa che riguarda veramente l’intera umanità”.