La Clinton a Tel Aviv: Usa e Israele uniti sulla questione nucleare iraniana
Israele e Stati Uniti devono “agire e pensare insieme”: è quanto ha affermato il segretario
di Stato americano Hillary Clinton ieri in Israele. Dopo due anni dall’ultima visita
in Medio Oriente, la Clinton ha incontrato le massime autorità di Tel Aviv e a Gerusalemme
ha parlato con il primo ministro palestinese Fayyad. Lo scorso 6 luglio a Parigi aveva
incontrato il presidente Mahmoud Abbas. Il servizio di Fausta Speranza Per
Israele resta la minaccia numero uno: l’Iran che gestisce un programma militare nucleare.
La Clinton è chiara: le proposte avanzate da Teheran al gruppo del 5+1 (i membri permanenti
del Consiglio di sicurezza dell'Onu più la Germania) non hanno futuro. Dice: ''non
starters''. In ogni caso promette: ''Washington farà tutto ciò che è in suo potere
per la sicurezza di Israele”. Ma sugli equilibri regionali pesano altri fattori:
in particolare la grave crisi siriana, l'arrivo al potere di Muhammad Morsi dei Fratelli
Musulmani in Egitto, e poi l’ormai consolidato stallo delle trattative fra palestinesi
e israeliani. La Clinton parla di ''periodo di incertezza'' cercando di ostentare
fiducia. Prima di lei in Israele c’è stato il consigliere alla sicurezza di Obama
e arriverà presto il segretario alla Difesa. L’impressione è che si voglia bilanciare
il peso dell’annunciata visita a fine mese di Mitt Romney lo sfidante repubblicano
alla presidenza. Il suo messaggio sarà: Obama non fa abbastanza per Israele.