2012-07-16 14:21:58

Radio e tv dell'Ebu: il servizio pubblico si fonda sui valori ed è libero dai poteri "forti"


Prima delle procedure è importante ridefinire i valori sui quali si basa il servizio pubblico offerto da radio e tv. Può sintetizzarsi in questo modo il contenuto della recente Dichiarazione stilata dall’European Broadcasting Union (Ebu), l’associazione internazionale che unisce emittenti radiotelevisive europee e del bacino mediterraneo, della quale la Radio Vaticana è membro fondatore dal 1950. Sui contenuti del testo - approvato alla plenaria dell’Ebu tenutasi a Strasburgo lo scorso giugno - Luca Collodi ha intervistato Claudio Cappon, vicepresidente Ebu, nonché amministratore delegato e Ceo di “Rai World”, la Società Rai incaricata di gestire l’area internazionale del Gruppo:RealAudioMP3

R. - In realtà, si tratta di una Dichiarazione sui valori fondanti del servizio pubblico: questo è ciò che è stato approvato. E' un progetto nato dal fatto che tutta Europa, a diversi livelli, i servizi pubblici radio-televisivi sono di fronte a sfide assolutamente di dimensioni senza precedenti, sia tecnologiche che culturali ed oggi anche finanziarie. Quindi si voleva, attraverso una dichiarazione, attraverso una sorta di carta comune, riaffermare il valore pubblico di questa attività per poter ancor di più legittimarci presso i cittadini.

D. - Altro punto importante del vostro impegno quello di essere imparziali e indipendenti…

R. - L’indipendenza naturalmente è e deve essere anzitutto un abito culturale e professionale degli operatori del settore, perché se noi puntiamo a offrire un valore pubblico, un qualcosa che altrimenti la cittadinanza non avrebbe, dobbiamo prescindere dalle influenze di poteri comunque intesi che ci sono intorno: da quelli commerciali a quelli politici in senso stretto, ma anche abitudini mentali, atteggiamenti mentali come le edologie. Su questo tutti hanno convenuto.

D. - Altro aspetto è la possibilità del servizio pubblico di rivolgersi a culture diverse e in particolare anche a uomini di religione diversa…

R. - Devo dire che qui è anche interessante il percorso che questo argomento ha avuto, perché all’inizio voleva essere una specie di carta programmatica e poi progressivamente - e devo dire anche la Radio Vaticana ha direttamente contribuito a questa stesura - abbiamo pensato di cominciare a partire dai valori, anziché dalle procedure e dalle regole. Nei valori c’è certamente il rispetto delle minoranze, il rispetto delle libertà religiose come componenti fondanti di quello che un servizio pubblico può dare ai cittadini.

D. - Vorrei sottolineare il fatto che la Radio Vaticana fa parte dell’Unione Europea di Radiodiffusione come radio di servizio pubblico dello Stato della Città del Vaticano e quindi non come emittente puramente religiosa...

R. - Assolutamente sì. Diciamo risponde ai requisiti di tutte le altre radio televisioni d’Europa rispetto a essere parte di questa grande Associazione e quindi rappresenta uno Stato, così come la Rai rappresenta l’Italia.

D. - La tecnologia: un elemento vincente per i media oggi è seguire il rinnovamento tecnologico che è in rapido cambiamento. Voi su questo punto siete particolarmente attenti come servizio pubblico di radio e tv...

R. - Tra l’altro l’Ebu, o Unione Europea Radio Diffusione, come la vogliamo chiamare, è sempre stata all’avanguardia in questo settore, perché è stato il soggetto che ha stabilito tutti gli standard tecnologici, dal "Pal Secam", dal primo colore sino al digitale terrestre. E’ importante per noi ribadire il tema della tecnologia e dell’innovazione tecnologica, perché in alcuni Paesi questo tema è sfidato, nel senso che da parte di alcuni si dice che il servizio pubblico deve limitarsi a fare la televisione o la radio di tipo tradizionale, mentre sappiamo tutti che ormai ci sono piattaforme diffusive di ogni tipo. Noi vogliamo ribadire che per essere universali, per raggiungere tutti i gruppi sociali e culturali, per essere presenti presso i giovani, dobbiamo avere la legittimità di essere presenti su tutte le piattaforme, quelle - come dire - scoperte e quelle che si scopriranno.







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