2012-07-16 14:23:24

Mons. Bregantini: la Germania non tiri la corda, i sindacati non siano arroccati


“La dignità del lavoro nella crisi del capitalismo”: è questo l’argomento del convegno in programma oggi pomeriggio nell’Aula Magna della facoltà di Scienze Politiche dell’Università Federico II di Napoli. A parlarne, tra gli altri, anche mons. Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Boiano e presidente della commissione Lavoro, Giustizia e Pace della Cei, che - raggiunto telefonicamente da Roberta Barbi - anticipa alcuni punti salienti del suo intervento:RealAudioMP3

R. - Ci sarà soprattutto un confronto positivo tra persone, che hanno punti di riferimento diversi a livello di riferimento spirituale ed etico, ma nella comprensione che l’etica è comunque trasversale e che dare un’etica al mondo del lavoro è fondamentale per la riuscita stessa della logica del lavoro.

D. - Come si può tutelare nel contesto odierno la dimensione di dignità del lavoro e riportare al centro la dignità dell’uomo e della famiglia?

R. - Il come è molto difficile in questo momento. Importante è cogliere che la dignità del lavoro è fondativa stessa dell’essere realtà lavoro.

D. - Quali sono i soggetti maggiormente colpiti: i dati dicono che la disoccupazione giovanile è al suo massimo storico e nella politica l’aspetto tecnico sembra ormai sempre più prevalere sul quello etico?

R. - Il dialogo su questo ci aiuterà. In particolare io ne metterei tre di realtà prioritarie. La prima è il discorso dell’importanza di chi investe e questo è fondamentale nella correlazione anche col mondo della finanza: se la finanza non investe diventa speculativa. In secondo luogo, fare in modo che i sindacati non si limitino alla difesa specifica dei propri assistiti, ma abbiano uno sguardo ampio, lungimirante ed è il numero 64 della Caritas in Veritate. Terzo elemento importante è la capacità di difendere la dignità di ogni persona ed è il numero 63 della Caritas in Veritate.

D. - Un altro dato allarmante diffuso ieri parla di una impresa su tre destinata a fallire entro il 2012, oltre a quelle che lo sono già. Questo momento di estrema difficoltà economica e quindi sociale che sfide ci pone davanti?

R. - Occorre che anche in alto, specialmente il “mondo della Germania”, colga che non possono tirare la corda solo sul piano efficientistico, perché se anche fosse perfetta la finanza, ma non avessimo il mercato, chi comprerà? La capacità di cogliere che non c’è risposta se non dentro una visione di insieme, di tutti i fattori, per cui anche il bilancio non perfetto, ma comunque investito attraverso una serie di meccanismi che spingono a investire e quindi non ad aver paura, non a mettere i soldi nella finanza speculativa, ma metterli nel mercato. Ripeto: la parola mercato torna ad essere positiva e in essa tutta la capacità di dare all’uomo la bellezza del suo lavorare, la gioia di sentirsi parte di questo grande progetto di Dio.

D. - Anche il Papa ha scelto di proporre una riflessione etica su alcune misure adottate contro la crisi fra i temi per il messaggio della 46.ma Giornata mondiale della pace del 1° gennaio 2013…

R. - Sì, ci sentiamo sostenuti e mai come oggi la lungimiranza della Chiesa e le grandi intuizioni di decenni di riflessioni sono diventate preziose. Ringraziamo Dio veramente di chi ha pensato la Caritas in Veritate, di chi l’ha scritta, di chi l’ha firmata e ce l’ha donata.







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