Kenya: commissione dei vescovi per la cura dei malati di Aids
Guardare all’Aids con un approccio multisettoriale che non si limiti agli aspetti
sanitari, ma affronti anche i risvolti sociali ed economici dell’epidemia, tra cui
l’istruzione, il rafforzamento dei diritti delle donne, la diffusione capillare della
comunicazione e dei servizi di assistenza come i consultori. Sarà questo l’obiettivo
che dovrà portare avanti la commissione “ad hoc” per la cura dell’Aids, creata all’interno
della Conferenza episcopale del Kenya (Kec). Il neo organismo, presentato nei giorni
scorsi, sarà guidato da mons. Paul Kariuki e mons. Joseph Mbatia, rispettivamente
presidente e vicepresidente, a cui si aggiungeranno altri tre vescovi, alcuni responsabili
amministrativi e legali della Kec ed ulteriori esperti da convocare di volta in volta.
Presentando la commissione, il cardinale John Njue, presidente della Kec, ne ha spiegato
alcuni compiti: “Provvedere al coordinamento interregionale e nazionale delle strategie
anti-Aids messe in atto dalle singole diocesi; reclutare il personale necessario all’attuazione
del Karp (Kenya Aids Response Programme); ricevere impulsi e suggerimenti dalle Chiese
locali; organizzare degli incontri periodici”. A supervisionare il tutto sarà, naturalmente,
la Kec stessa. “In questo spirito - ha concluso il cardinale Njue – si richiede una
collaborazione positiva da parte di tutte le diocesi, per supportare la missione della
Chiesa cattolica nella promozione delle cure per l’Aids, seguendo la sua opzione preferenziale
per i poveri”. (A cura di Isabella Piro)