2012-07-16 14:52:08

Immigrazione: nuovo sbarco sulle coste pugliesi


"L'Italia è uno dei paesi più virtuosi nel trattamento dei richiedenti asilo". Così si è espresso il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, che ha smorzato le preoccupazioni circa una possibile nuova ondata migratoria paragonabile a quella dello scorso anno. Oggi, in 127 tra egiziani e palestinesi, per lo più minorenni, sono sbarcati sulle coste pugliesi e soccorsi dalla Guardia di Finanza: sette i ricoveri. Intanto, a Mineo è in corso su queste tematiche il Cara Fest 2012 – Incontro dei Popoli del Mediterraneo. Intervenendo, il ministro dell’Interno Cancellieri ha detto: "Potremmo fare accoglienza e contratti migliori, ma dobbiamo fare i conti con quello che abbiamo”. Tra i relatori, c’è Luca Odevaine del Comitato di Coordinamento Emergenza Nord Africa. Paolo Ondarza lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. – Rispetto ai numeri dell’anno scorso, stiamo parlando di numeri molto, molto al di sotto di quella vera e propria ondata di migrazione verificatasi lo scorso anno. Sono numeri che in questo momento si riescono sicuramente a gestire. I migranti, come è giusto, devono essere accolti, devono essere distribuiti su tutto il territorio nazionale, ma è importante lavorare fin dal primo momento su quello che sarà il progetto per il loro futuro.

D. – Si può parlare ancora di emergenza?

R. – Si può parlare ancora di emergenza, in quanto, sono oltre 21 mila i cittadini che si trovano in fase di accoglienza. È necessario quindi che l’emergenza indichi una strada ed è necessario uscire dall’emergenza.

D. – Diceva che il fenomeno degli sbarchi è diminuito sensibilmente, ma sono ancora numerosi quelli provenienti dal Nord Africa. Da quali Paesi in particolare?

R. – Per esempio, questa mattina c’è stato lo sbarco sulle coste pugliesi, a Bari, di cittadini egiziani e palestinesi. Abbiamo avuto nell’ultimo mese un afflusso di cittadini del Mali, per le mutate condizioni e l’inasprimento delle condizioni in quel Paese. Si teme un’ondata di arrivi dalla Siria e poi c’è sempre una quota di cittadini nigeriani, che provengono dalla Libia.

D. – La provenienza di immigrati dalla Libia ha cambiato fisionomia dal post Gheddafi?

R. – Oggi, i flussi dalla Libia vengono dal resto dell’Africa, quindi dall’Africa subsahariana, per motivi dovuti ai conflitti presenti in quei Paesi, soprattutto in Nigeria, ma anche in Eritrea e in Somalia. Non sono più cittadini stranieri residenti in Libia.

D. – Per passare dall’emergenza alle politiche d’integrazione – è stato più volte detto in questi anni – occorre non solo una politica a livello nazionale, cioè una politica italiana, ma una politica europea...

R. – Io credo che l’Italia, Paese di frontiera, dovrebbe chiedere aiuto all’Europa affinchè siano modificate alcune norme: si consenta la libera circolazione di chi chiede asilo in tutta la comunità europea e si dia una formazione professionale adeguata, che consenta l’assorbimento di questi migranti. Mineo può diventare un laboratorio a livello europeo e a livello internazionale di accoglienza e formazione.







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