"Non
è esatto dire che sono ripresi gli sbarchi sulle coste italiane. Lo scorso anno infatti
ci sono stati più di cinquantamila arrivi mentre quest'anno, nei primi sei mesi, ne
abbiamo registrati circa milletrecento. In sei mesi, quindi, le cifre sono molto basse".
Gabriele Del Grande, giornalista e scrittore, fondatore di Fortress Europe,
primo osservatorio mediatico sulle vittime dell’immigrazione clandestina, ci spiega
i cambiamenti dei flussi migratori dall'Africa dopo le Primavere arabe e al tempo
della crisi economica europea. "Con la caduta di Gheddafi in Libia e della guerra
è saltata la catena del contrabbando che gestiva l'imbarco e la partenza di trenta,
quarantamila persone l'anno verso l'Europa. Riescono a partire solo due o tre imbarcazioni
al mese. Sono cifre molto basse rispetto ai flussi degli anni scorsi e sono lo specchio
della crisi economica dell'Europa". "Il mercato del lavoro europeo - spiega, Del Grande
- non è più infatti in grado di offrire molto e le nuove rotte migratorie sono soprattutto
quelle di chi lascia l'Italia o l'Europa per cercare occupazione altrove". "Anche
il flusso improvviso di venticinquemila tunisini che dopo la rivoluzione dei gelsomini
hanno lasciato improvvisamente il loro Paese per venire in Italia si è poi fermato.
Anzi, alcune migialia di quei ragazzi, quelli che avevano ricevuto il permesso di
soggiono in Italia, sono tornati a casa, perchè il Belpaese in tempo di crisi non
offre grandi opportunità e probabilmente hanno riportato giù il racconto dell'Italia
di oggi. In Tunisia, inoltre, la fine della ditattura ha avviato un fermento cultuare,
sociale, politico ed economico che invita la gente a restare in patria. Inoltre la
Libia di oggi, un Paese che riparte e ha bisogno di lavoratori stranieri, riconosce
un ruolo privilegiato ai tunisini, considerati manodopera privilegiata e quindi ne
sta attirando molti". "Le rotte migratorie, perciò, - spiega Del Grande - si ridisegnano
seguendo gli scenari del mercato del lavoro. L'anno scorso cinquecentomila latino-americani
hanno lasciato la Spagna, e i migranti in questi mesi hanno lasciato la Grecia e stanno
abbandonando l'Italia". "Molti ad esempio, in Italia, come primo passo, stanno facendo
ritornare nel Paese natale le famiglie con le quali si erano ricongiunti. Senza un
salario è infatti difficile mantenere moglie e figli. E il paradosso è che, in questo
tempo di crisi, quelli che pagano di più sono coloro che non hanno il permesso di
soggiorno e non possono perciò scegliere a cuor leggero di lasciare l'Italia, o l'Europa,
per poi tornarci tra qualche anno. Quando non si hanno i documenti, infatti, non si
può tornare facilmente a casa". (A cura di Fabio Colagrande)