Burkina Faso: l'aiuto dei Camilliani per i profughi del Mali
“Carestia e insicurezza sono il movente alla base di questo esodo che, se non ha ancora
assunto dimensioni bibliche, sembra essere destinato a crescere”: lo afferma all’agenzia
Fides fratel Luca Perletti, camilliano, descrivendo la situazione dei profughi del
Mali che, fuggiti dal loro Paese, stanno trovando rifugio in Burkina Faso. Fratel
Luca Perletti e padre Paolo Guarise, camilliani, sono appena rientrati da una visita
alla diocesi di Dori (provincia di Seno), nel nord est del Burkina Faso, per studiare
un possibile impegno della Camillian Task Force (Ctf) a favore delle popolazioni profughe
dal Mali. In Mali è in corso una offensiva da parte di gruppi integralisti islamici,
il cui obiettivo è l’instaurazione di un regime di stretta osservanza. “Per questo
motivo, un consistente numero di persone sta scappando verso i Paesi limitrofi, in
particolare in Burkina Faso – racconta a Fides fr. Luca -. A stimolare ulteriormente
la fuga contribuisce anche la carestia che ha colpito i raccolti dell’anno scorso”.
“Prendendo la diocesi di Dori quale confine geografico del nostro intervento, si osserva
che la popolazione profuga è sparsa su una vasta area, tanto che per raggiungere alcuni
campi sono necessarie anche 4 ore di macchina – dice a Fides fr. Luca Perletti -.
A nostro modo di vedere, l’emergenza è solo nella sua fase iniziale, con una forte
presenza di istituzioni sovrastatali deputate alla presa in carico dei profughi. Tra
gli obiettivi di questa fase: la creazione di condizioni ottimali di sopravvivenza
per quanto riguarda igiene, acqua, salute, cibo; il controllo del territorio, la registrazione
dei profughi e l’assegnazione degli spazi; oltre alla prevenzione, assicurare che
il flusso migratorio avvenga nel rispetto dei reciproci diritti della popolazione
ospite e di coloro che vengono a assumere lo status di profughi”. “Uno dei prevedibili
problemi – prosegue il missionario camilliano - potrebbe essere il conflitto con la
popolazione ospite, dedita all’agricoltura di sussistenza ed alla pastorizia in un’area
pre-desertica e dall’alto indice di povertà. Il rischio è che il processo migratorio
aggravi le condizioni di vita della popolazione locale che già ha subito gli effetti
della recente carestia con un magro raccolto. Nel corso della visita abbiamo cercato
di comprendere i bisogni prioritari in vista di un possibile coinvolgimento della
Ctf”. Il ruolo della Ctf sarà quello di integrare lo sforzo degli Organismi già coinvolti,
al fine di coprire le aree lasciate scoperte. Nel corso della visita, sono stati stretti
contatti in modo particolare con Ocades Dori, la Caritas locale, da tempo impegnata
in progetti caritativi e di sviluppo nella diocesi. La zona di Dori è musulmana al
95% e la piccola comunità cristiana ha saputo ritagliarsi uno spazio proprio grazie
alle opere di carità e di sviluppo. Ocades è stato scelto come partner della Ctf per
questo intervento a motivo del suo radicamento sul territorio. Il piano d’azione della
Ctf, ha ottenuto l’adesione della diocesi e la disponibilità a collaborare anche dalla
vice provincia camilliana del Burkina Faso. Il progetto, che durerà 6 mesi, prende
in considerazione tre aree (igiene, alimentazione e salute), si realizzerà nei campi
visitati, diversificando i programmi a seconda delle priorità emerse in ognuno di
essi. (R.P.)