Beata Vergine del Carmelo: il pensiero di padre Midili
“Un modello di preghiera, di contemplazione e di dedizione a Dio”: così Benedetto
XVI ha definito più volte la Beata Vergine del Monte Carmelo, che la Chiesa ha celebrato
ieri. Il 16 luglio del 1251, infatti, la Madonna apparve al Beato Simone Stock, primo
priore generale dei Carmelitani, un Ordine che si ispira al profeta Elia. Al microfono
di Isabella Piro, ascoltiamo il padre carmelitano Giuseppe Midili, direttore
dell’Ufficio liturgico del Vicariato di Roma:
R. – Il profeta
Elia è un modello di vita contemplativa e una figura molto attuale proprio perché
riesce a coniugare una dimensione contemplativa di comunione con Dio, costruita nel
silenzio, costruita nella solitudine, e una grande forza d’animo e un grande coraggio
nel denunciare le ingiustizie e nell’essere vicino alle realtà di miseria, di povertà,
di sofferenza.
D. – Cosa possiamo dire dello scapolare che l’Ordine dei carmelitani
indossa come simbolo?
R. – Lo scapolare è un segno di consacrazione a Maria,
imitazione del suo stile di vita, della sua fede. Per noi oggi, però, lo scapolare
è un promemoria del Battesimo: così come nel Battesimo abbiamo ricevuto la veste bianca,
allo stesso modo la Chiesa – attraverso il segno dello scapolare – ci offre un mezzo
per ricordare che siamo stati consacrati a Cristo, che siamo diventati creature nuove
attraverso il Battesimo. Prova ne sia il fatto che sullo scapolare troviamo da una
parte l’immagine della Madonna, ma dall’altra troviamo l’immagine del Cristo.
D.
– Nel corso della storia della Chiesa sono stati tanti i santi carmelitani: li vogliamo
ricordare e vogliamo anche evidenziare cosa dicono al mondo di oggi?
R. – La
spiritualità carmelitana racchiude grandi figure di santi, molto diverse fra loro.
Pensiamo, per esempio, al beato Tito Brandsma, giornalista e martire nei campi di
concentramento; pensiamo a Teresa d’Avila; a Giovanni della Croce: grandi figure di
contemplativi. I santi del Carmelo hanno caratterizzato la loro vita attraverso un
ascolto della Parola. La dimensione contemplativa di Lectio Divina sui testi biblici
è sicuramente una caratteristica fondamentale dei santi del Carmelo.
D. –
Oggi l’Ordine del Carmelo quale missione porta nel mondo?
R. – Dopo aver ascoltato
la Parola e dopo aver compreso che cosa dicono le Scritture in sé, il carisma carmelitano
propone una visione profetica e cioè vivere nell’ossequio di Gesù Cristo: quindi una
dimensione contemplativa, ma in mezzo al popolo; non una forma di vita eremitica,
ma piuttosto una vita contemplativa a stretto contatto con la realtà sociale e ecclesiale.
D.
– L’ascesa sul Monte Carmelo simboleggia l’ascesa verso Dio: oggi è facile far comprendere
questo all’uomo contemporaneo?
R. – L’uomo contemporaneo ha un anelito profondo
verso Dio, ma non riesce a trovare le modalità per esprimerlo. La grande molteplicità
di proposte rischia, talvolta, di confondere. Penso che la modalità contemplativa
possa essere quella che porta la persona, giorno dopo giorno, a vivere la sua quotidianità
alla luce della Parola. Quindi un anelito di Dio che trova risposta in Cristo Gesù
e nell’esperienza della comunità ecclesiale.