Brasile: 11.mo Incontro internazionale delle Équipes Notre Dame
“Osare il Vangelo”: su questo tema discuteranno, dal 21 al 26 luglio, nella città
di Brasilia, i partecipanti all’11.mo Incontro internazionale delle Équipes Notre
Dame, il movimento di spiritualità coniugale nato nel 1939 su iniziativa del sacerdote
francese, padre Henri Caffarel. L’obiettivo era di promuovere un’esperienza seria
e piena del matrimonio cristiano. Significativo il logo che è stato scelto per l’evento:
ispirato al ritrovamento, nel Rio Paraíba, dell’immagine della Vergine di Aparecida,
Patrona del Brasile, il logo presenta una coppia di coniugi che si tiene per mano
a bordo di una piccola barca, così da simboleggiare l’esperienza della spiritualità
coniugale. Sullo sfondo, poi, dei colori nazionali brasiliani - ovvero verde, giallo
e bianco - si staglia la cifra 2012, con uno zero formato dall’intreccio di due vere
nuziali, segno del sacramento del matrimonio. Oltre ottomila i partecipanti previsti
all’evento; tra loro anche 200 portoghesi ed 80 rappresentanti di altri Paesi lusofoni.
“La Chiesa in Portogallo – spiega in un’intervista all’agenzia Ecclesia mons. Joaquim
Mendes, vescovo ausiliare di Lisbona e membro della Commissione episcopale per il
laicato e la famiglia – considera le coppie cristiane come un pilastro essenziale
per riavvicinare alla fede le comunità più lontane”. Sottolineando come la Chiesa
sia “molto attenta alle sfide ed ai bisogni delle coppie cristiane” e si impegni ad
“accompagnarle nella loro testimonianza”, mons. Mendes mette in luce un obiettivo
specifico: “Aiutare i coniugi cristiani a fare da esempio e da stimolo per altre coppie,
donando il loro contributo all’evangelizzazione delle famiglie”. L’auspicio del presule
portoghese – che in Brasile sarà accompagnato dai mons. Manuel Clemente, Virgílio
Antunes e António Francisco dos Santos, rispettivamente vescovi di Porto, Coimbra
e Aveiro – è che l’evento di Brasilia aiuti le coppie partecipanti “a riscoprirsi
ed accettarsi come progetto e dono di Dio”. Anche perché, continua l’ausiliare di
Lisbona, “la verità su se stessi è inseparabile dall’apertura e dalla dedizione alla
famiglia, alla Chiesa e alla società”. “Trasformandosi in marito e moglie – conclude
il presule – l’uomo e la donna portano benefici a tutti, attraverso la testimonianza
cristiana della fedeltà coniugale, l’attenzione all’educazione cristiana dei figli
e l’impegno ecclesiale nelle parrocchie e nelle diocesi”. (A cura di Isabella Piro)