Il nunzio in Terra Santa: l'esodo dei cristiani non è legato a motivi religiosi ma
politici
«L’esodo dei cristiani non è legato a motivi religiosi ma politici. E fino a quando
il conflitto arabo-israeliano non sarà risolto i fedeli continueranno a lasciare questa
terra». Questa l’amara dichiarazione rilasciata da mons. Antonio Franco ad Aiuto alla
Chiesa che Soffre. Nunzio in Israele e Cipro e delegato apostolico per Gerusalemme
e Territori palestinesi, mons. Franco ha accolto due volte Benedetto XVI: nel 2009
in Terra Santa e nel 2010 a Cipro. E in vista del prossimo viaggio apostolico in Libano
valuta il probabile contenuto dell’Esortazione apostolica post-sinodale per il Medio
Oriente, che sarà firmata durante la visita. «Chi crede che il Papa elaborerà un’agenda
politica per risolvere il conflitto, rimarrà inevitabilmente deluso», spiega ad alcuni
membri della Fondazione pontificia ricevuti nella sua residenza a Gerusalemme Est.
Secondo mons. Franco, il Pontefice incoraggerà semplicemente i cristiani a promuovere
un’atmosfera di pace e riconciliazione, «nel cui ambito si possono trovare ovviamente
anche le giuste soluzioni politiche». Nel documento - redatto sulla base delle quarantaquattro
proposizioni finali dell’Assemblea speciale per il Medio Oriente del 2010 – verrà
inoltre posto l’accento sui principi della Dottrina sociale della Chiesa, con particolare
riferimento al rispetto della dignità umana. «Ma l’esortazione principale del Santo
Padre – ritiene il nunzio – riguarderà un tema ampiamente dibattuto durante il Sinodo:
quello della comunione». Il Papa inviterà ad una più stretta comunione tra i diversi
riti della Chiesa cattolica e tra tutte le Chiese della regione. «E’ questa l’unica
via da percorrere. Solo così la comunità cristiana potrà influenzare positivamente
la situazione che vive la Terra Santa e contribuire alla soluzione dei problemi che
la affliggono». (R.P.)