Sri Lanka: l'Alto commissario britannico in aiuto di 200 profughi tamil cattolici
È una condizione "amara e dolorosa" quella dei profughi di Mullikulam, cacciati dal
proprio villaggio 20 anni fa e oggi relegati in una giungla. Così John Rankin, Alto
commissario britannico in Sri Lanka, ha definito la situazione in cui vivono oltre
200 tamil. Ieri - riferisce l'agenzia AsiaNews - Rankin ha incontrato di persona queste
148 famiglie cattoliche, e ha promesso loro di "discutere questa pietosa situazione
con gli altri ambasciatori e con il governo del Paese". Presenti a questo incontro,
anche padre Raajanayagam, altri due sacerdoti, una suora e due funzionari del movimento
Nafso (National Fisheries Solidarity). La storia di queste famiglie - tra i tanti
sfollati interni prodotti da 30 anni di guerra civile - è drammatica. Costretta ad
abbandonare il villaggio di Mullikulam per la prima volta nel 1990, la popolazione
non vi ha mai fatto ritorno ed è stata smembrata tra campi profughi. Nel 2012, a conflitto
finito già da tre anni, la gente avrebbe dovuto godere dei programmi di reinsediamento
del governo per i profughi. In realtà, sono stati mandati nella giungla di Marichchikattu,
senza nulla - case, utensili, tende, canne da pesca, ecc. - con cui poter ricominciare
una nuova vita. "Il problema - hanno spiegato alcune persone a Rankin - è che noi
abbiamo tutti i documenti di proprietà in regola, ma le autorità non ci permettono
di tornare a Mullikulam. Lì vivevamo di pesca e di agricoltura: qui non abbiamo nulla,
e dipendiamo solo dalla carità degli altri". "Non so - sottolinea ad AsiaNews padre
Raajanayagam - per quanto tempo ancora questa gente dovrà vivere in una situazione
simile. Per tutti loro ci sono solo due bagni. L'acqua potabile è razionata dalla
Marina militare. Per lavarsi, devono andare vicino al lago". Secondo i profughi, il
motivo per cui non possono tornare al loro villaggio dipende dalla Marina, che usa
le loro case e proprietà. "Cosa abbiamo fatto di male? - si chiedono alcuni -. Un
tempo avevamo terreni che ci permettevano di vivere e mantenere le nostre famiglie.
Adesso, viviamo sotto gli alberi come mendicanti!". (R.P.)