Riforma sanitaria Usa: presentata proposta di legge per proteggere la libertà religiosa
Una legge per esonerare le organizzazioni e le istituzioni religiose dalle sanzioni
e penalizzazioni fiscali previste per i datori di lavoro che, per motivi religiosi
e morali, non ottemperano all’obbligo di fornire farmaci abortivi e contraccettivi
ai propri dipendenti. A proporla – riporta l’agenzia Cns - è il senatore repubblicano
Jim Sensenbrenner dopo il via libera dato lo scorso 28 giugno dalla Corte Suprema
alla riforma sanitaria varata dall’Amministrazione Obama. Come è noto, il punto chiave
della riforma, è il cosiddetto individual mandate, ovvero l’obbligo per tutti i cittadini
di essere coperti da un’assicurazione sanitaria entro il 2014, pena il pagamento di
una sanzione. Un punto ritenuto legittimo dai giudici supremi e in linea di principio
condiviso anche dall’episcopato, che tuttavia contesta, tra l’altro, l’estensione
della copertura sanitaria obbligatoria anche alle pratiche abortive e contraccettive,
in quanto lesiva della libertà religiosa e di coscienza. Per i vescovi, infatti, il
maggiore rischio è che le assicurazioni sanitarie (soprattutto a seguito delle direttive
del Dipartimento per la Salute e i Servizi Umani – Hhs) diventino un veicolo per diffondere
queste pratiche, costringendo i datori di lavoro delle istituzioni e organizzazioni
religiose, quali ospedali, cliniche, università, scuole, agenzie caritative, a violare
i principi morali e religiosi o a cessare le attività. E proprio questo è l’argomento
di Sensenbrenner e dei 57 sostenitori del “Religious Freedom Tax Repeal Act”: secondo
il senatore del Wisconsin, infatti, le sanzioni previste sono insostenibili e la riforma
avrà quindi come effetto quello di espellere le comunità religiose dal settore educativo,
sanitario e assistenziale. Sulla nuova proposta la Conferenza episcopale (Usccb) non
si è ancora pronunciata ufficialmente, ma la “Catholic Association”, una nuova associazione
di laici impegnati a fare sentire la voce dei cattolici nell’arena pubblica, e l’organizzazione
interreligiosa “Conference Cause”, hanno espresso interesse per l’iniziativa. (A
cura di Lisa Zengarini)