2012-07-13 14:03:51

Onu: al Trattato sulle armi l'esperienza liberiana per un futuro diverso


“L’esperienza della Liberia, dell’Africa e di altri Paesi nel mondo dimostra che senza un Trattato forte, le violenze armate e le guerre continueranno ad essere alimentate da irresponsabili trasferimenti di armi”: così la presidente liberiana Ellen Johnson Sirleaf ha sottolineato ieri l’importanza della Conferenza dell’Onu in corso a New York per l’elaborazione di un Trattato sul commercio delle armi convenzionali. Ricordando la tragedia delle guerra civile liberiana - riferisce l'agenzia Misna - che tra il 1989 e il 2003 ha devastato il Paese africano lasciando ferite difficili da rimarginare e un bilancio di circa 250.000 vittime, Sirleaf ha chiesto un Trattato forte “che possa cambiare in meglio il mondo”. Le parole della presidente liberiana giungono mentre i negoziati di New York procedono secondo alcuni osservatori con fatica. Uno dei punti critici riguarda l’inclusione o meno nel Trattato di armi leggere e munizioni. Ma, come spesso avvenuto in passato e come dimostra la grande circolazione di armi registrata in Africa occidentale, le armi leggere sono la vera arma di distruzione di massa dei Paesi poveri di questo continente e contribuiscono a mantenere instabili intere regioni per decenni. Sirleaf, che è anche stata insignita del premio Nobel per la Pace, ha evidenziato gli effetti negativi delle armi anche sul piano economico e si è auspicata che nel Trattato siano incluse armi leggere e munizioni. I lavori della Conferenza dell’Onu per il Trattato sul commercio di armamenti sono cominciati il 2 luglio. Fino al 27 luglio i rappresentanti di 193 Stati negozieranno quello che è considerato dalla società civile internazionale un atto fondamentale per controllare il commercio di armi con regole chiare e condivise. (R.P.)







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