Germania, sentenza anticirconcisione. I commenti del Rabbino Capo Di Segni e del sociologo
Introvigne
“La libertà religiosa è un diritto fondamentale, urge ristabilire chiarezza giuridica”.
Così il governo tedesco è intervenuto oggi per calmare la polemica provocata dalla
sentenza di un Tribunale di Colonia che ha definito reato la circoncisione per motivi
religiosi perché lesiva dell’integrità fisica. Anche dal Parlamento e dalla cancelliera
Merkel stessa linea. Il caso è nato in seguito alle complicazioni insorte dopo l’intervento
su un bambino di 4 anni. ”E’ il peggior attacco agli ebrei dopo l’Olocausto” dice
la Conferenza dei Rabbini europei, cui si uniscono le condanne della comunità musulmana
e della Chiesa cattolica ed evangelica tedesca. Di “una sentenza rischiosa per tutti”,
parla il sociologo Massimo Introvigne, intervistato da Gabriella Ceraso:
R. – A me pare
che il campanello d’allarme che ci viene da questa sentenza, e che da questo punto
di vista davvero interessa tutti, è che la libertà religiosa viene considerata come
qualche cosa che non è forse poi così importante e che comunque sta sullo stesso piano
rispetto ad una lunga serie di altri diritti, alcuni diritti pacificamente riconosciuti,
ma qualche volta – come ricordava anche il Papa nell’Enciclica Caritas in Veritate
– nuovi diritti, il cui statuto giuridico è dubbio.
D. – Il tribunale tedesco,
in questo caso, invoca l’“integrità fisica”…
R. – L’“integrità fisica” è certamente
un valore, però bisogna distinguere fra pratiche che sono meramente culturali – e
penso alla cosiddetta circoncisione femminile e a cose molto dolorose, che sono veri
attentati all’identità fisica, vietati in moltissimi Paesi del mondo – e che non attengono
all’essenza stessa della religione. E su questo i rabbini che lo hanno ribadito hanno
ragione: qui, siamo di fronte ad un nucleo essenzialissimo della fede e non siamo
di fronte a qualcosa che mette in pericolo la vita o l’integrità della persona. La
stessa sentenza di Colonia lo dice molto curiosamente affermando: i bambini dovrebbero
poi decidere da grandi di quale religione vogliono far parte. Se il problema non è
dunque più l’integrità fisica, ma è il diritto del minore a non diventare soggetto
di una cerimonia religiosa quando non ha ancora la consapevolezza per decidere a quale
religione vuole appartenere, allora l’applicazione al Battesimo dei bambini diventa
immediatamente evidente…
D. – E’ lecito e necessario, a questo punto, come
ha promesso di fare la Germania, legiferare in maniera precisa su questo argomento?
R.
– E’ lecito, perché evidentemente in Germania esiste un problema. In molti altri Paesi
– dagli Stati Uniti all’Italia – questo problema non esiste e la circoncisione si
intende con precise garanzie. Evidentemente, in Germania esiste un vuoto legislativo
che permette queste interpretazioni e dove ci sono dei problemi di questa natura di
solito li risolve il legislatore. Dobbiamo anche ricordare che stiamo parlando della
Germania democratica, che ha una tradizione di rispetto delle libertà fondamentali,
compresa la libertà religiosa, per cui è normale attendersi che la politica tedesca
faccia il suo corso e che il problema possa essere risolto con buon senso, con equilibrio
e con consultazione di tutte le parti interessate.
“Così non c’è futuro per
gli ebrei in Germania”: le parole dure ed inequivocabili della Conferenza dei Rabbini
d’Europa sono condivise dalla comunità ebraica romana. I timori e le speranza nelle
parole dl Rabbino Capo, Riccardo Di Segni, al microfono di Gabriella Ceraso:
R. - Vorrei
che fosse compresa la durezza del comunicato. Si tratta di norma fondamentale dell’identità
ebraica. Noi adempiamo ad un preciso precetto religioso. Se questa norma non può essere
rispettata, significa che c’è una libertà fittizia e monca; quindi questo è il motivo
per il quale si reagisce così duramente, tanto più quando si parla di un Paese come
la Germania che ha reso impossibile la presenza ebraica attraverso i modi che conosciamo.
Quello che è importante, è la solidarietà da parte delle altre religioni su questo
punto. Perché quando si parla di libertà religiosa, il modello che c’è necessariamente
è quello della religione prevalente, per cui è importante che le chiese cristiane
abbiano compreso perfettamente la delicatezza della cosa e si siano schierate a favore.
D.
- Vi rassicura la pronta disponibilità del governo della Germania di intervenire su
questa questione?
R. - Si tratta dell’unica risposta necessaria rispetto a
questo problema. La sentenza ha messo in evidenza che esiste un conflitto di diritti:
il diritto al libero esercizio della religion, e il diritto del minore di essere tutelato
nella sua integrità fisica o di dare consensi rispetto ad un altro che non può controllare.
A questo punto si crea un vuoto legislativo. È importante che il governo tedesco si
renda conto della gravità della situazione -già se ne è reso conto- , e faccia gli
interventi legislativi per risolvere questa intricata questione. Tutte le comunità
ebraiche del mondo, in questo momento, si sentono minacciate anche perché, c’è sempre
il rischio che determinati comportamenti poi si estendano a macchia d’olio, e che
quindi il problema si complichi.