La Spagna abbatte le tredicesime ed alza l’iva al 21%. Scontri tra minatori e polizia
La Spagna ha tagliato le tredicesime per i dipendenti pubblici e portato l'Iva dal
18 al 21%. L’annuncio ieri del premier Rajoy in Parlamento, che ha definito la manovra
"necessaria". Intanto è di 43 feriti il bilancio degli scontri tra manifestanti e
polizia avvenuti a Madrid, dove si è svolta la “marcha negra” dei minatori del carbone,
che protestano per i tagli al settore. Massimiliano Menichetti:
Volti
insanguinati, proiettili di gomma, bastoni, lanci di pietre, 76 feriti e diversi arresti.
E’ l’istantanea della manifestazione degenerata in scontri tra polizia e minatori
del carbone, che con 500 pullman hanno raggiunto ieri Madrid, dopo 43 giorni di sciopero,
per protestare contro i tagli al settore. Contemporaneamente la Spagna regalava un’altra
immagine quella del premier spagnolo Mariano Rajoy, applaudito dai deputati del Partito
Popolare, mentre in Parlamento presentava le pesanti misure di austerity per salvare
il Paese ed ottenere gli aiuti promessi dall’Unione Europea. Per arrivare all’obiettivo
di riduzione del deficit di 65 miliardi di Euro annunciato il taglio delle tredicesime
per il 2012 di parlamentari, impiegati e alte cariche dell'amministrazione pubblica,
ridotti i giorni di ferie e i permessi sindacali. Riviste al ribasso anche le indennità
per i sindaci e il numero dei consiglieri degli enti locali che scenderà di circa
il 30%. L'Iva sale dal 18% al 21%, per alcuni beni alimentari sale dall'8% al 10%.
Solo su uno stretto paniere di beni definiti di assoluta necessità, come il pane,
l'aliquota resta al 4%. Sulla percezione di questi tagli nel Paese abbiamo raccolto
il commento di Antonio Pelayo, giornalista della testata spagnola di Antena
Tres:
R. – Stiamo vivendo momenti di ansia e di incertezza ma anche di non
rassegnazione davanti alla crisi. La crisi da noi è veramente profonda, sarà difficile
uscirne anche se penso ci riusciremo. Questo governo che ha una assoluta maggioranza
parlamentare ha per così dire le mani libere per decidere misure che sono veramente
molto dure e molto poco popolari.
D. – Non sono misure popolari ma sembrano
essere accettate…
R. – L’opposizione e l’opinione pubblica sanno benissimo
che non è colpa di questo governo se si devono prendere queste misure. L’economia
spagnola è in uno stato pessimo. La gente è cosciente che non c’è un’altra alternativa.
D.
- Una delle maggiori cause della crisi in Spagna è stata la bolla speculativa sull’edilizia.
E’ un problema che si sta affrontando adesso?
R. – Certo, ma il problema è
di tale entità che non si può trovare la soluzione con una bacchetta magica! Stiamo
parlando di centinaia di migliaia di appartamenti non venduti che gravano sulle banche
spagnole che adesso si trovano a essere proprietarie di case vuote e non facilmente
vendibili, per cui sarà un problema difficile da risolvere e che ha inciso sulla salute
delle banche stesse.
Intanto la Spagna che ha ottenuto dall’Unione Europea
un anno di proroga per la riduzione del deficit sotto il 3% in cambio della rigorosa
e attenta politica economica, attende entro fine mese la prima tranche di aiuti da
30 miliardi di Euro.