Incontro tra i leader religiosi e le istituzioni Ue: puntare sulla famiglia per uscire
dalla crisi
“Solidarietà intergenerazionale: stabilire i parametri per la società di domani in
Europa”: su questo tema si è tenuto stamani a Bruxelles, in Belgio, il summit annuale
tra i leader religiosi europei e i vertici istituzionali dell’Ue. L’incontro, l’ottavo
in ordine di tempo, è stato promosso da José Manuel Barroso, presidente della Commissione
europea, e co-presieduto da Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, e Herman
Van Rompuy, presidente del Consiglio Ue. Tra i rappresentanti cattolici presenti,
anche mons. André-Joseph Léonard, arcivescovo di Malines-Bruxelles, il quale, nel
suo intervento, ha ribadito che “di fronte alla crisi economica, e non solo, che attanaglia
l’Europa” è necessario puntare al “rafforzamento della famiglia, unico metodo sostenibile
per uscire dalla congiuntura attuale”. Tutto ciò, naturalmente, ha sottolineato il
presule, “implica passi coraggiosi nel campo della politica fiscale, un sostegno finanziario
per il terzo o il quarto figlio, e misure sociali che promuovano l’equilibrio tra
il lavoro e la vita familiare”. Dal suo canto, mons. Giovanni Ambrosio, vice presidente
della Commissione degli Episcopati della Comunità europea (Comece), ha sottolineato
la necessità che l’Europa e i suoi Stati membri preservino la domenica come giorno
di riposo settimanale comune: “Specialmente per la famiglia, per la vita spirituale
dei suoi membri e per i rapporti umani, sia interni che esterni al nucleo familiare,
la domenica come giorno settimanale comune da dedicare al riposo è di fondamentale
importanza”. Il presule ha inoltre richiamato l’impegno che le Chiese europee, insieme
ai sindacati e alle organizzazioni civili, hanno portato avanti per tutelare la dimensione
festiva della domenica. Sulla drammatica situazione della disoccupazione in Spagna
si è invece soffermato mons. Adolfo Gonzales Montes, vescovo di Almeria, il quale
ha denunciato “le pratiche politiche irresponsabili ed immorali che portano a sacrificare
le generazioni più giovani”, tanto che attualmente il tasso di disoccupati, in Spagna,
arriva al 50%. Per questo, mons. Gonzales Montes ha invitato l’Unione Europea a “promuovere
misure davvero efficaci per combattere la disoccupazione giovanile e a sostenere il
ruolo dei fondi europei, inclusi quelli da destinare alle politiche giovanili”. Infine,
mons. Virgil Bercea, vescovo di Oradea Mare, in Romania, e secondo vice presidente
della Comece, ha chiesto alle istituzioni europee di creare meccanismi specifici per
contribuire ad uno sviluppo economico più veloce dei Paesi dell’Ue: “Tali meccanismi
– ha spiegato il presule – dovrebbero comprendere la trasparenza nella gestione del
denaro pubblico, la garanzia di un sistema giudiziario indipendente, lo sradicamento
della corruzione, la tutela dei diritti umani e della libertà religiosa”. (I.P.)