La ricandidatura di Berlusconi. Per lo storico Giovagnoli "un ritorno indietro"
''C'è un gran movimento di sostegno alla ricandidatura del presidente Berlusconi"
e ''credo che alla fine lui decidera' di scendere in campo'': cosi' Angelino Alfano,
segretario del Pdl, risponde sull'ipotesi che il Cavaliere torni a candidarsi a premier.
Per un parere abbiamo sentito lo storico Agostino Giovagnoli
R.
– Una novità, che significa un ritorno indietro sostanzialmente, perché certamente
la candidatura di Berlusconi ha la possibilità di ricompattare le diverse anime presenti
nel suo partito e di richiamare in qualche modo anche la Lega ad un patto di azione
comune, che in realtà è proprio lo schema del passato, uno schema che non ha prodotto
– bisogna dire – risultati positivi negli ultimi anni.
D. – Siamo, però, nel
pieno di una crisi economica, c’è un governo tecnico, c’è stato l’avvento di Grillo.
Insomma, in questi mesi, il panorama politico non è fortemente cambiato?
R.
– Si è rivelata una situazione estremamente difficile per il Paese e, in effetti,
la vera novità è il governo Monti e una politica di risanamento affrontata con coraggio.
Ora, il ricompattamento delle forze di centro-destra, che corrisponde politicamente
ad un ritorno di Berlusconi, significa o potrebbe significare l’interruzione di questo
cammino che, comunque, è la vera novità positiva degli ultimi mesi. Bisognerà vedere
questo ritorno a quale proposta politica corrisponderà.
D. – Non le sembra
però che anche il centro-sinistra non brilli per quanto riguarda il ricambio della
classe dirigente?
R. – Io credo che il problema del ricambio della classe dirigente,
in termini anagrafici, sia un falso problema. Il ricambio riguarda la politica, le
proposte politiche. Noi abbiamo avuto negli ultimi 20 anni, purtroppo, una grande
povertà di proposte politiche. In qualche modo, paradossalmente, è molto più politico
il governo Monti, che affronta il grande problema dei prossimi decenni, e cioè il
problema del governo della globalizzazione. Quindi, occorre che le forze politiche
si misurino non in termini di rottamazione dei vecchi leader, o qualcosa del genere,
ma piuttosto nella capacità di coniugare nuovamente cultura e politica e quindi con
delle proposte adeguate alle sfide della realtà.